Lunedì 15 Aprile 2024

Stipendi, lo studio choc: ecco quanto resta agli italiani dopo aver pagato le bollette

Secondo il sondaggio condotto dalla società Intrum, l'80% degli intervistati dichiara di aver già risentito dell'inflazione, mentre il 55% teme una riduzione dei propri risparmi a causa della perdita di valore di immobili e azioni

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Più di un italiano su quattro rimane con meno del 5% del proprio stipendio dopo aver pagato le bollette. È questo il dato più eclatante che emerge dall’European Consumer Payment Report per il 2022, giunto alla sua decima edizione. Lo studio, realizzato a Intrum, il principale operatore europeo dei servizi del credito, è basato su un’indagine condotta in 24 Paesi Ue a cui hanno partecipato 24mila persone. E il quadro che ne emerge è piuttosto drammatico.

In cima alla lista delle preoccupazioni degli italiani c’è l’aumento dei prezzi dell’energia: il 43% degli intervistati dà infatti priorità al pagamento delle bollette, 14 punti in più rispetto alla media europea, mentre il 26% ha dichiarato che, dopo averle pagate, rimane con meno del 5% del proprio stipendio, oltre 11 punti in più rispetto alla media Ue. Ma l’effetto principale della cavalcata dell’energia è stata l’inflazione, che ha toccato l’11,6% a dicembre.

L’aumento dei prezzi di beni e servizi ha già colpito in modo negativo le finanze dell’80% del campione sondato da Intrum, mentre il 16% prevede un effetto a breve. Ma dal report emerge anche che il benessere finanziario degli intervistati è peggiorato rispetto a 12 mesi prima nel 57% dei casi, un fatto che spingerà gli italiani a rivedere le proprie abitudini di consumo.

Pur manifestando il desiderio di spendere in modo sostenibile, i consumatori sono infatti indotti a ridurre i comportamenti virtuosi a causa della crisi finanziaria. Nel 68% dei casi (55% nel 2021) vorrebbero acquistare prodotti e servizi più sostenibili, ma ne sono frenati a causa dall’aumento del costo della vita. Non solo.

Il 65% degli intervistati ha dichiarato che taglierà anche le spese considerate superflue. Ad esempio verranno ridotti i costi legati all’attività sociale (59%), come i pasti al ristorante. Si preferisce poi acquistare nei discount piuttosto che nei grandi marchi della distribuzione (53%) e potranno diminuire le spese per i regali (45%).

Inoltre il periodo di incertezza che stiamo vivendo, ha sensibilizzato gli italiani sulle spese non essenziali, come ad esempio gli abbonamenti digitali, e ha favorito la determinazione di obiettivi per gestire al meglio le scadenze dei pagamenti. Scadenze che non sempre riescono a essere rispettate. Secondo il report, infatti, oltre il 30% degli intervistati non ha pagato puntualmente almeno una bolletta nel corso degli ultimi 12 mesi e prevede che questo potrà succedere almeno un’altra volta nel corso del prossimo anno principalmente a causa della mancanza di liquidità. Ma c’è dell’altro a preoccupare gli italiani.

Sono soprattutto timori di ordine finanziario. Il 65% del campione sondato, infatti, ha dichiarato di essere preoccupato per l’aumento dei tassi di interesse, il 22% in più della media europea. Un dato, quindi, molto particolare se confrontato con gli altri Paesi Ue e che dipende, almeno in parte, dalla grande diffusione della proprietà immobiliare in Italia, un unicum in Europa. Già, perché oltre la metà degli intervistati (il 55%) teme che il valore della propria casa diminuisca: ben 18 punti punti percentuali in più della media Ue.

Ma anche l’andamento delle borse spaventa gli italiani, che paventano che una riduzione dei prezzi delle azioni detenute possa impattare negativamente sulla propria salute finanziaria. Salute che risulta, almeno in parte, già compromessa se è vero, come riporta lo studio, che l’80% dei genitori intervistati ha dichiarato di aver richiesto un prestito o di aver esaurito il plafond della carta di credito negli ultimi sei mesi per poter acquistare articoli per i propri figli.

Oltre un quarto (26%), invece, ha detto che ritiene molto più probabile non riuscire a pagare un debito in questo momento storico rispetto a qualsiasi altro periodo di cui si ricorsi. Non sorprende, quindi, che numerosi consumatori siano più titubanti adesso nell'indebitarsi rispetto al passato: in Italia, il 34% ha dichiarato di sentirsi meno a suo agio nel farlo, in Europa addirittura il 52%.

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