Giovedì 25 Aprile 2024

Stellantis paga più di 85mila euro ai dipendenti che lasciano il posto di lavoro in Italia

Accordo sindacale per circa 2000 uscite volontarie incentivate. La Fiom Cgil non firma. I contenuti: cifre e lavoratori interessati

Oltre 85mila euro a chi lascia volontariamente l'azienda. E' la cifra che potranno ottenere i dipendenti (non tutti solo determinate mansioni) che lasceranno volontariamente Stellantis (gruppo che in Italia si identifica in particolar modo con il marchio Fiat). Più complicato il calcolo per chi è "vicino" alla pensione. A chi mancano infatti 4 anni al collocamento a riposo saranno garantite quote considerevoli dello stipendio "perso" secondo le percentuali riportate più avanti nell'articolo. Ma vediamo nel dettaglio.

Un lavoratore alla catena di montaggio della Citroen C4
Un lavoratore alla catena di montaggio della Citroen C4

L'accordo sindacale

Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr (non la Fiom Cgil) hanno siglato un nuovo accordo quadro con Stellantis per le future uscite incentivate con il criterio esclusivo della non opposizione, che esclude dunque la possibilità di esuberi coatti. Lo annunciano una nota dei sindacati.

Fino a un massimo di 2000 uscite volontarie

Sempre i sindacati spiegano che l'intesa, per divenire operativa, richiederà specifiche procedure nelle singole realtà produttive, riguarderà al massimo circa 2.000 uscite pari a circa 4,4% su un'occupazione totale in Italia di circa 47.000 e sarà operativa fino al 31 dicembre 2023

I marchi di Stellantis

Ma c'è Stellantis? E' il gruppo nato dalla fusione tra i gruppi Fiat Chrysler Automobiles e PSA, la società ha sede legale ad Amsterdam, sede operativa a Hoofddorp e controlla quattordici marchi automobilistici: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall.

I lavoratori interessati

Le misure, prosegue la nota dei sindacati, si rivolgono in ogni caso solo a determinate mansioni, per lo più fra gli indiretti alla produzione (impiegati).

Gli incentivi per chi va in pensione entro 4 anni

Gli incentivi si differenziano in base alla condizione.

  • A coloro che agganciano la pensione entro quattro anni verrà riconosciuto un incentivo tale da garantire per i primi due anni (sommato alla naspi) il 90% della retribuzione e per gli ulteriori due anni il 70% della retribuzione più i contributi volontari.

Gli incentivi per chi non aggancia la pensione

A coloro che non agganciano la pensione, invece, verrà riconosciuto un incentivo variabile a seconda della età:

  • 24 mensilità (minimo 55.000 euro) più 30.000 euro per chi ha almeno 50 anni
  • 18 mensilità più 30.000 euro per chi ha fra 45 e 49 anni
  • 12 mensilità più 20.000 euro per chi ha fra i 40 e i 44 anni
  • 6 mensilità più 20.000 euro per chi ha fra 35 e 39 anni.

Il servizio di active placement

Per il personale impiegatizio, sottolinea ancora la nota, sarà possibile avvalersi anche di un servizio di active placement senza decurtazioni dell'incentivo (restano esclusi tuttavia dell'accordo incentivante gli eventuali passaggi di personale a CnhI, Iveco, Ferrari), migliorando la precedente intesa che invece prevedeva una decurtazione.

Quando entra in vigore l'accordo

In quegli stabilimenti in cui sono già in atto altri accordi di uscite e in cui ci sono ancora quote di uscita disponibili (Verrone, Melfi, Parts & Services Operation, Pomigliano Plastics e Gianbattista Vico di Fca Italy e Modena di Maserati) i nuovi incentivi entreranno in vigore dopo venerdì 3 marzo.

Mirafiori e stabilizzazioni

La direzione aziendale, proseguono i sindacati, ha poi recepito la nostra richiesta di utilizzare l'investimento sulla economia circolare a Mirafiori per allestire quante più postazioni è possibile per i lavoratori con ridotte capacità lavorative. Infine la direzione aziendale ha risposto positivamente alla richiesta di Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr di considerare l'apertura di un contratto di espansione nello stabilimento di Atessa, prevedendo anche la stabilizzazione di alcuni lavoratori in somministrazione, conclude la nota sindacale.

Perché la Fiom Cgil non ha firmato

"Stellantis continua per la strada della riduzione dell'occupazione senza prospettive future. Siamo a quasi 7000 posti di lavoro persi dal 2021". Così la Fiom boccia "l'ennesimo avvio" di un percorso di uscite incentivate siglato con la direzione aziendale da Fim Uilm Fismic Uglm e Aqcfr. Rispetto agli accordi precedenti infatti l'azienda, denuncia il sindacato, ha proposto di mantenere i trattamenti precedenti per chi raggiungesse la pensione nei successivi 48 mesi mentre per gli altri ha previsto fasce a seconda dell'anzianità anagrafica, escludendo dagli accordi gli under 35, e coinvolgendo gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti Centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento. Il totale dei lavoratori coinvolti sono circa 1.800, di cui circa 900 solo negli enti centrali.

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