Giovedì 15 Maggio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Gli Stati uniti d’Europa come risposta ai dazi Usa sull’agroalimentare

La proposta dell’associazione Agrocepi in chiave made in Europa

Il presidente di Agrocepi Corrado Martinangelo

Il presidente di Agrocepi Corrado Martinangelo

Roma, 6 maggio 2025 - Come reagire ai dazi sull’agroalimentare? E’ uno degli interrogativi per produttori e associazioni di categoria, riuniti in queste ore a Rimini al Macfrut. Ad aprire i lavori il ministro Lollobrigida che ha rivendicato i risultati del governo Meloni. “In 30 mesi il nostro Paese ha cambiato totalmente l'approccio al sistema agricolo della produzione e della trasformazione, avendone anche un beneficio perché la crescita del nostro export è significativa, importante ed impattante in termini di creazione di ricchezza interna e quindi anche di lavoro", dice il titolare del ministero dell’Agricoltura.

I dati positivi, certo. Ma anche i rischi di uno scenario incerto. E le possibili soluzioni. Fra queste l’approccio sul ‘made in Europa’ di Agrocepi. Un’associazione più piccola rispetto alle big Coldiretti e Confagricoltura, ma che rappresenta centinaia di imprese in dodici regioni.

“Per far fronte al tema dei dazi dobbiamo rispondere in maniera forte e compatta. E lo dobbiamo fare con un approccio europeo ed europeista: è la chiave più efficace”. Lo spiega il presidente di Agrocepi Corrado Martinangelo. “Abbiamo il dovere di essere compatti, di muoverci come Unione europea per sostenere i nostri agricoltori, le nostre aziende e le nostre filiere. Dobbiamo alimentare gli Stati Uniti d’Europa”, aggiunge.

Un approccio differente, che fa discutere. Ma che sfida tutti a cambiare l’angolo di visuale. Parlando, nei fatti, di sovranità agroalimentare europea. “Solo attraverso un’azione coordinata e integrata, l’Unione europea potrà rafforzarsi come comunità economica, acquisendo maggiore peso sui mercati internazionali”, dice il presidente Agrocepi. E sul tema nei prossimi giorni si confronteranno anche il sottosegretario La Pietra di Fratelli d’Italia, e l’ex ministra Teresa Bellanova, di Italia viva. Al centro la tutela del comparto. Oggi in forma smagliante, ma che rischia di essere danneggiato dalle scelte che verranno da Trump.