Venerdì 19 Aprile 2024

Spreco alimentare Italia, classifica cibi più sprecati

I risultati dell'indagine Waste Watcher International Observatory on Food & Sustainability sui comportamenti dei cittadini di 9 Paesi

Lo spreco alimentare è ancora un problema

Lo spreco alimentare è ancora un problema

Compriamo più di quello che mangiamo alimentando un circolo vizioso dello spreco che spinge a produrre di più sottraendo, inutilmente, risorse al Pianeta. Ad accendere un faro su un tema che risulta ancor più cruciale in un’epoca caratterizzata da una crisi climatica, economica ed energetica, è l’indagine firmata dal Waste Watcher International Observatory on Food & Sustainability. Un progetto della campagna Spreco Zero di Last Minute Market, su monitoraggio Ipsos, che – in vista della terza Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari in calendario il 29 settembre 2022, e della Giornata mondiale del cibo, il World Food Day in calendario il prossimo 16 ottobre – indaga i comportamenti dei cittadini di 9 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile, Giappone. In cima alla lista dei cibi più sprecati figurano gli alimenti più deperibili che, nel giro di pochi giorni dall’acquisto, spesso, se non consumati, vengono gettati nella pattumiera. Secondo i dati del secondo Cross Country Report dell’Osservatorio Waste Watcher International raccolti lo scorso agosto, è la frutta l’alimento più sprecato del pianeta. In Italia gettiamo individualmente 30,3 grammi di frutta alla settimana. Ci superano gli Stati Uniti, con 39,3 grammi a testa, la Germania con 35,3 e il Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa. In tema di spreco della frutta vanno meglio il Sudafrica (11,6 grammi) o la Francia (25, 8 grammi). Tra gli alimenti più sprecati nel nostro Paese – dove la scorsa estate la quota di spreco settimanale pro capite è passata da 595,3 a 674,2 grammi rispetto all’ultima rilevazione di Waste Watcher International, diffusa nel febbraio 2022 – figurano, inoltre, l’insalata con una media di 26,4 grammi pro capite, il pane fresco con 22,8 grammi al pari di tuberi, aglio e cipolle, e le verdure (21 grammi a settimana). Latte e yogurt vengono gettati settimanalmente in grande quantità negli Stati Uniti (38,1 grammi) e in Germania (27,1), mentre affettati e salumi vengono sprecati maggiormente in Francia (21,6 grammi) e Giappone (14,2 grammi) dove in media ogni settimana vengono gettati anche 11,5 grammi di cibi pronti. Nella lista anche riso e cereali che in Brasile si gettano per 27,2 grammi settimanali. Complessivamente sono Sudafrica e Giappone i Paesi più virtuosi, perché nelle loro case si spreca circa la metà rispetto all’Italia  (324 e 362 grammi a settimana), mentre in Europa è la Francia il Paese meno sprecone con 634 grammi settimanali. Germania e Regno Unito svettano nel vecchio continente con 892 e 859 grammi. Gli Stati Uniti sembrano incorreggibilmente portati allo spreco, con 1338 grammi di cibo gettato a settimana, per quanto in lieve discesa rispetto al 2021, quando avevano gettato 64 grammi in più. Il Brasile, per la prima volta monitorato da Waste Watcher, si posiziona al quarto posto complessivo nella ‘hit’ degli sprechi domestici, con 794 grammi di cibo gettato ogni settimana, sempre pro capite. Nel 2022, annus horribilis per i costi energetici in tutto il pianeta, l’Osservatorio Waste Watcher International ha monitorato anche l’incidenza dello spreco alimentare rispetto all’energia, all’acqua e alle altre risorse utilizzate nella catena di produzione agroalimentare. Nel dettaglio l’impronta idrica dello spreco alimentare domestico in Italia vale 1/10 del fabbisogno idrico dell’intero continente africano, ed è pari a 749,7 miliardi di litri di acqua annui, mentre lo spreco di energia nascosta nel cibo gettato nelle nostre case nel 2022 vale ben 6,4 miliardi di euro. Sul fronte della frequenza dello spreco alimentare domestico, i giapponesi si dimostrano i più virtuosi: in casa oltre 7 cittadini su 10 sprecano meno di una volta a settimana (74%) e solo 1 giapponese su 5 spreca almeno una volta a settimana. A loro si avvicinano gli italiani e i francesi, con il 68% dei cittadini che dichiarano di sprecare meno di una volta a settimana. Seguono tedeschi (65%), spagnoli (63%), inglesi (59%), sudafricani (58%), statunitensi (55%) e in fondo alla classifica i brasiliani: 1 su 2 conferma di gettare il cibo almeno una volta a settimana “Il mondo si avvicina rapidamente al 2030, l’Anno di verifica degli Obiettivi dell’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ma con tutta evidenza, più ci avviciniamo al traguardo, più si allontanano gli obiettivi "fame zero" e "spreco zero" – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watcher e fondatore della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero –. Negli anni della recrudescenza della povertà alimentare in Italia e nel mondo, lo spreco alimentare vale oltre 9,2 miliardi solo per il cibo gettato nelle case italiane: una stima che sale a 15 miliardi se includiamo il costo dell’energia utilizzata per la produzione del cibo. Eppure, sempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e 5,6 milioni di individui (il 9,4% della popolazione) versano in condizione di povertà, secondo i dati Istat 2021. Siamo ai massimi storici, e con tutta evidenza l’Italia e il mondo devono darsi l’obiettivo di una global food policy come strategia sociale, economica e di sviluppo sostenibile”.

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