La nutrizionista: "Conservazione e odori fanno la differenza. Attenti a yogurt e latte"

La biotecnologa alimentare Balsimelli: "Serve cautela per sforare i tempi". Molti consumatori non conoscono neppure la differenza tra etichette: "I prodotti freschi, surgelati, o quelli fatti in casa presentano più rischi"

Nei prodotti freschi di solito è indicata l’indicazione con la scadenza vera e propria

Nei prodotti freschi di solito è indicata l’indicazione con la scadenza vera e propria

Roma, 8 agosto 2022 - Un corretto equilibrio tra l’esigenza di salvaguardare la salute e la qualità dei prodotti alimentari e la lotta agli sprechi alimentari per evitare di gettare nella spazzatura cibi ancora buoni. Fatta salva la permanenza, così come del resto vuole l’Europa, delle etichette che riportano data di scadenza e Termine ultimo di conservazione, secondo Emma Balsimelli, nutrizionista, biotecnologa alimentare e docente all’Università di Firenze, servirebbe trovare "un compromesso".

"Per raggiungerlo – spiega – la prima cosa fondamentale è una maggiore informazione e cultura dei consumatori che ancora oggi, in molti casi, non sanno distinguere la differenza fra le due diciture: consumare entro e preferibilmente entro. La prima comporta il non consumo dopo quella data perché si presumono pericoli per la salute. La seconda, riguarda il tempo minimo entro il quale il produttore dà garanzie sulle qualità nutrizionali e organolettiche, dal sapore al colore, dalla presenza di vitamine e proteine, dei prodotti".

In un caso o nell’altro è possibile sforare le date indicate sulle confezioni?

"Dipende dal tipo di prodotto con l’ovvia differenza che passa da un latticino o una pasta fresca e una pasta secca, una scatola di biscotti o una conserva di pomodoro. Ma fondamentale è anche l’osservanza delle corrette regole di conservazione, fuori o nel frigorifero piuttosto che per i prodotti surgelati o che congeliamo in casa. Senza dimenticare che magari si corrono maggiori rischi con le marmellate o le conserve fatte proprio in casa per le quali non abbiamo indicato date di scadenza e seguito procedure non sempre corrette".

I cibi diciamo così «scaduti» che cosa possono provocare?

"La formazione e proliferazione di batteri, tossine, muffe può provocare dai più banali problemi gastrointestinali a vere e proprie intossicazioni alimentari. Ma nel tempo i cibi sono soggetti alla deperibilità e alla perdita di proprietà nutritive e organolettiche".

Questo non vale però per tutti?

"Certamente. Non è un caso che la legge sulle date di scadenza non riguardi per esempio il sale o lo zucchero e abbia tempi molto lunghi per prodotti come le spezie, l’olio o il miele che di fatto è più esposto alla cristallizzazione e non alla deperibilità tanto che ne è stato trovato in buona conservazione perfino nelle tombe egizie così come erano ben conservati alcuni gherigli di noce rinvenuti negli scavi di Pompei".

Quali consigli si possono dare a chi vuole consumare i prodotti alimentari che hanno superato la data di scadenza o il Termine minimo di conservazione?

"Innanzitutto è importante valutare la conservazione, l’odore, l’assenza per esempio nei formaggi di muffe – anche se quelle dei formaggi a lunga stagionatura possono essere tolte e non compromettono tutta la forma – o delle classiche camole o farfalline di pasta, farine e riso".

Poi?

"Dipende da cibo e cibo. Uno yogurt per esempio non andrebbe consumato più di uno o al massimo due giorni dopo la scadenza, così come il latte fresco. E in genere questo vale un po’ per tutti i prodotti freschi a patto che sia stata rispettata la corretta conservazione, per esempio in frigorifero".

E i prodotti a più lunga scadenza?

"In genere, maggiore è il periodo del Termine minimo di conservazione, maggiore è anche quello del possibile consumo dopo questa data. Diciamo da uno a tre mesi per confetture, farine, biscotti e cracker, conserve, pasta secca e riso. E anche qualche mese in più per i legumi, i prodotti in scatola, l’acqua minerale e il cioccolato, mentre l’olio potrebbe irrancidire e l’aceto cambiare un po’ di sapore nel lungo termine".