Spread e mutui, cosa succede ora per famiglie e aziende

La crisi politica e l'incertezza dei mercati potrebbero costare caro alle famiglie che hanno acceso un mutuo e alle aziende indebitate Borsa e spread oggi

Un operatore di Borsa (Ansa)

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Roma, 29 maggio 2018 -  Il caos politico generato dal crollo del nascente governo gialloverde continua a pesare sui mercati e sullo spread Btp-Bund. L'incarico all'ex commissario Carlo Cottarelli non basta a placare la tempesta. Dopo il tuffo di ieri in Borsa, sufficiente a bruciare più di 12 miliardi (63 nelle ultime 10 sedute) e ad azzerare i guadagni del 2018, questa mattina il Ftse Mib ha aperto in forte calo, con il differenziale che ha toccato quota 320 punti, un dato che non si vedeva dal 2013. 

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Ma chi paga i conti della paura dei mercati, di cui lo spread è il primo termometro? A fare le spese di questa situazione non sono, infatti, solo le società quotate in borsa e i titoli bancari ma anche le famiglie e le piccole-medie imprese italiane: le prime perché vedranno lievitare gli interessi sui mutui e sui prestiti, le seconde a causa di un accesso ai finanziamenti più costoso. Di seguito alcuni esempi dell'effetto che i timori e l'instabilità dei mercati avranno sull'economia di tutti i giorni, per esempio su chi ha acceso mutui da 100 e 250mila euro e sulle imprese che 

MUTUI DA 100MILA EURO / Rincari da 100 euro per pagare gli interessi - di ELENA COMELLI

Mutui alllo sbaraglio con lo spread oltre i 230 punti. Per le famiglie che hanno acceso un mutuo indicizzato, il caos politico incide anche sul portafoglio. "I finanziamenti a tasso variabile sono ancorati al tasso interbancario Euribor, i cui valori sono fermi sottozero ormai da quasi due anni, ma se il problema dell’Italia creasse un contagio a livello europeo e i parametri cominciassero a salire, l’aumento della rata sarebbe sensibile", spiega Roberto Anedda di MutuiOnline.it. Ipotizziamo un mutuo da 100mila euro a 20 anni stipulato nel 2010 a un Tan (costo del capitale) dell’1,99%. Grazie agli interventi di Mario Draghi in questi anni, il Tan è sceso allo 0,93% e la rata attuale è di 448 euro, ma l’incremento di un punto dell’Euribor da -0,33 a +0,67% porterebbe il costo mensile a 502 euro, mentre una crescita di due punti a +1,67% addirittura a 555 euro, oltre 100 in più rispetto a oggi. Se il mutuo fosse a 30 anni, la rata salirebbe da 308 a 439 euro. Stesso discorso per un mutuo da 100mila euro a 20 anni stipulato nel 2016: con un balzo dell’Euribor di 2 punti, la rata salirebbe da 461 a 614 euro, mentre per lo stesso mutuo a 30 anni, da 327 a 485 euro. Troppo pessimismo? Nell’autunno 2008 l’Euribor ha toccato il 5,5%.

Sale la febbre sui bond, il debito pubblico costa di più
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MUTUI DA 250 MILA EURO / Rata mensile più pesante, anche fino a 400 euro in più - di ELENA COMELLI

L'impatto di un aumento del costo del denaro su una famiglia più indebitata, con un mutuo da 250mila euro, sarebbe ancora più consistente. "Il costo del denaro potrebbe aumentare sia perché le incertezze politiche italiane potrebbero creare una crisi di liquidità, come già visto in passato, sia perché le banche italiane potrebbero mettere le mani avanti con delle misure di emergenza", precisa Anedda di MutuiOnline: "Inoltre la Bce non potrà continuare all’infinito a proteggerci, come sta facendo ora, anche perché l’anno prossimo scade il mandato di Draghi e chi verrà dopo potrebbe essere molto meno disponibile". Ipotizziamo un mutuo da 250mila euro a 20 anni stipulato nel 2010 a un Tan dell’1,99%. Grazie alla politica di Draghi, il Tan è sceso allo 0,93% e la rata attuale è di 1.120 euro, ma l’incremento di un punto dell’Euribor dall’attuale -0,33 a +0,67% porterebbe il costo mensile a 1.190 euro, mentre una crescita di due punti a +1,67% lo porterebbe a 1.388 euro, oltre 250 in più rispetto a oggi. Se il mutuo fosse a 30 anni, la rata salirebbe da 770 a 1.098 euro. Stesso discorso per un mutuo da 250mila euro a 20 anni stipulato nel 2016: con un balzo dell’Euribor di 2 punti, la rata salirebbe da 1.153 a 1.535 euro, mentre per lo stesso mutuo a 30 anni, da 818 a 1.213 euro.

CREDITO ALLE IMPRESE / Investire costa caro, aumenti fino al 7% - di ANTONIO TROISE

Lo spread può costare caro alle aziende italiane. Soprattutto quelle più indebitate o quelle che avevano previsto di lanciare qualche prestito o ricorrere a un bond. I calcoli variano da azienda ad azienda e la differenza fra i tassi dei Btp a 10 anni e quelli sui Bund non si riflette automaticamente sugli interessi versati dalle imprese. Ma potrebbe esserci un ritocco all’insù del 20%. Facciamo qualche calcolo. Nelle ultime due settimane lo spread è aumentato di circa 100 punti. Un incremento che, tradotto in interessi bancari, potrebbe arrivare all’1,20%. Ad esempio, una piccola azienda che ha contratto un debito con una banca, fino a qualche giorno fa, per ogni 100mila euro ricevuti pagava un interesse variabile dal 3,5% al 6%, a seconda dei suoi parametri di ‘solvibilità’. Il che, tradotto in soldoni, significava sostenere una spesa fra i 3.500 e i 6mila euro all’anno. Con l’impennata dello spread, le banche potrebbero rivedere al rialzo i tassi. Se l’aumento sarà traslato completamente, gli interessi potrebbero lievitare fino al 7,5%, quasi 7.500 euro l’anno per ogni 100mila di indebitamento. Tutto dipenderà, però, dalla durata del fenomeno. Se la fiammata durerà solo pochi giorni, gli effetti saranno minimi.