
Gruppo di bimbi a un centro estivo
Roma, 31 maggio 2025 – Con la chiusura delle scuole, l'organizzazione dei centri estivi torna ad essere una priorità e, spesso, un onere finanziario non indifferente per milioni di famiglie italiane. Per l'estate 2025, le proiezioni e le prime analisi delle associazioni dei consumatori indicano un ulteriore incremento dei costi, rendendo la scelta del centro estivo sempre più un lusso per molti.
Le ultime rilevazioni e le stime di spesa Secondo le rilevazioni di Federconsumatori, basate sulle tariffe del 2024 e sulle previsioni per il 2025, i costi dei centri estivi continuano la loro ascesa. Se nel 2024 si stimava un costo medio mensile di circa 760 euro per bambino nelle strutture private e di 380 euro in quelle pubbliche, le proiezioni per il 2025 indicano aumenti che, pur non essendo ancora definitivi e ufficiali per tutte le regioni, si attestano tra il 5% e il 10% rispetto all'anno precedente. Le differenze regionali e metropolitane sono marcate, con il Nord Italia che si conferma l'area più costosa. Milano, in particolare, emerge come la città con le tariffe più elevate: un'indagine di Adoc e Eures per il 2024 rilevava un costo medio settimanale di 218 euro per un centro estivo a tempo pieno, quasi il doppio rispetto a Bari, dove lo stesso servizio si aggirava sui 100 euro a settimana. Napoli si posizionava intorno ai 123 euro settimanali. Le strutture pubbliche, pur essendo più economiche, hanno comunque visto rincari significativi, con costi settimanali che nel 2024 si attestavano sui 95 euro per il tempo pieno, con aumenti fino al 17% rispetto al 2019. Questo significa che per una famiglia con un solo figlio, la spesa per un mese di centro estivo privato potrebbe superare gli 800-850 euro nel 2025, cifra che raddoppia facilmente per due figli. Per le famiglie milanesi con due figli, la spesa complessiva stimata per un'intera estate può arrivare a oltre 3.300 euro.
L'allarme delle associazioni dei consumatori Le associazioni dei consumatori non nascondono la loro preoccupazione. Federconsumatori ha più volte chiesto maggiori interventi e agevolazioni. Il Codacons ha lanciato l'allarme sui “rincari ingiustificati” e sulla “trappola” in cui si ritrovano i genitori, chiedendo al governo di estendere e rafforzare le agevolazioni per la frequenza. Entrambe le associazioni sottolineano la necessità di maggiore trasparenza nelle tariffe e di un confronto chiaro delle offerte, invitando i genitori a essere proattivi nella ricerca e a segnalare eventuali anomalie. Di fronte a questa situazione, alcune regioni e comuni stanno mettendo in campo misure di supporto. L'Emilia-Romagna, ad esempio, ha incrementato di oltre il 40% le risorse per i centri estivi nel 2025, stanziando 10 milioni di euro per contributi alle famiglie, con un aiuto massimo di 100 euro a settimana per un totale di 4 settimane, basato sull'Isee. Anche il governo ha riproposto il “Piano Estate 2025”, con 150 milioni di euro destinati alle scuole per tenerle aperte durante le vacanze, offrendo attività educative e ricreative alternative. Per mitigare l'impatto economico, le famiglie sono incoraggiate a: informarsi sui bonus e contributi (molti comuni e regioni offrono buoni o agevolazioni basate sull'Isee); valutare le opzioni pubbliche e parrocchiali (spesso più economiche grazie a sovvenzioni o al volontariato); approfittare di sconti per fratelli o pacchetti (molti centri offrono riduzioni per più figli o per periodi di iscrizione più lunghi); verificare convenzioni aziendali (alcune aziende supportano i dipendenti con agevolazioni sui centri estivi). L'estate 2025 si preannuncia dunque impegnativa per le finanze familiari, ma un'attenta pianificazione e l'utilizzo delle risorse disponibili possono aiutare a rendere il costo dei centri estivi più sostenibile.