Mercoledì 24 Aprile 2024

Stop alle discriminazioni Così la moda diventa etica

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ESSERE E MOSTRARSI sostenibili sta diventando il grande mantra delle aziende del fashion. Da una parte il comparto è ancor oggi tra i maggiori "inquinatori" del pianeta, a causa del consumo di acqua, dell’utilizzo di agenti chimici, delle emissioni di Co2 e della produzione di rifiuti che caratterizzano le produzioni di abbigliamento, a fronte di consumi in rapida crescita: secondo i dati diffusi da Fashion For Good, il consumo di abbigliamento è destinato a crescere del 65% entro il 2030. Dall’altra parte i grandi produttori stanno cercando di intercettare il sentiment globale che spinge in direzione della sostenibilità, non limitandosi più a strategie di sostanziale green washing ma iniziando a modificare in concreto i processi produttivi: l’abolizione delle pellicce animali in quasi tutte le collezioni di moda e l’uso di materiali biodegradabili sono solo gli esempi più evidenti.

Sensibilissime ai trend sociali, attente più che in ogni altro settore alla formazione del nuovo "pensiero collettivo", le imprese del settore moda hanno oggi un riferimento innovativo nella corsa alla sostenibilità. È Moda Etica e Sostenibile, un’associazione no-profit fondata nel luglio scorso a Milano da Kristiana Venturini per perseguire obiettivi ambiziosi: diventare un ente certificatore di brand etico-sostenibili italiani ed internazionali nel settore, creare un network di aziende che promuovano la sostenibilità nel fashion e amplifichino le emozioni positive, costituire una Sustainable Fashion Community che operi "dal basso" per rafforzare la consapevolezza dei consumatori. Il nuovo soggetto individuerà aziende di moda "Esg garantite", valutando uno spettro molto ampio di fattori: non solo produttivi in senso stretto, ma relativi anche al ruolo sociale svolto dall’azienda rispetto ai suoi dipendenti e nel contesto esterno in cui opera. "Sono molti i criteri di valutazione della moda etica", spiega Kristiana Venturini. "Per noi significa rispettare in azienda condizioni di lavoro giuste, orari di lavoro chiari, salari adeguati. Sono sostenibili i brand che fanno scelte oculate nei processi produttivi e nell’uso delle risorse, attente all’impatto ambientale e sociale. Moda etica è anche adottare e promuovere principi di correttezza e responsabilità civile, per esempio, contro le discriminazioni, il body-shaming, l’omofobia, bullismo e cyberbullismo".

Scopo dell’Associazione Moda Etica e Sostenibile è aiutare le aziende affiliate a promuovere il loro brand sostenibile, diffondendo un messaggio positivo al cliente finale. E per raggiungere anche una fascia di pubblico più giovane, l’associazione si propone di adottare linguaggi, stili e toni di comunicazione più light. "Per molti la moda etica e` associata a valori come impegno sociale e attivismo e questo va bene", osserva la fondatrice del sodalizio. "A volte, però, etico e sostenibile sono diffusi solo con contenuti seri e gravosi. Io invece sono convinta che l’attenzione all’ambiente e ai diritti delle persone si possano comunicare con serenità, amplificando le emozioni positive. Mi piacerebbe rendere la sostenibilità un argomento più simpatico: parlandone in modo semplice, sincero e senza statistiche". Tra le recenti iniziative sostenibili dei più prestigiosi marchi di moda, l’associazione segnala ad esempio "Sea Beyond" (nella foto), un progetto di Prada e Unesco per educare i ragazzi a proteggere gli oceani, l’innovativo uso dell’intelligenza artificiale da parte di Louis Vuitton per garantire l’originalità dei capi di abbigliamento, il magazine di Gucci "Chime Zine" che mette in risalto voci di artisti impegnati per la parità di genere a livello globale.

[email protected] @FFDelzio

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