Spighe verdi, ecco i borghi dove è più bello vivere

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COSÌ COME d’estate cerchiamo affannosamente il mare pulito e le "Bandiere Blu", lungo tutto l’anno dovremmo iniziare a cercare le "Spighe Verdi". Si tratta dei Comuni rurali gestiti con la migliore attenzione alla sostenibilità, censiti e valutati dalla Fee: la Foundation for Environmental Education, ovvero la stessa organizzazione che identifica i mari più puliti. La classifica 2022 delle "Spighe Verdi" è confortante. Aumentano in Italia i Comuni protagonisti di strategie di gestione del territorio che giovano all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità: quest’anno sono salite a 63 le località che potranno fregiarsi del prestigioso riconoscimento (appartenenti a 13 regioni), rispetto ai 59 Comuni dello scorso anno. La regione più virtuosa sotto questo profilo è il Piemonte, che ha ottenuto 10 Spighe Verdi a favore di comuni come, tra gli altri, Alba (nella foto), Bra, Monforte d’Alba e Volpedo. Sul podio anche le Marche, dove il riconoscimento è andato a 9 comuni tra cui ad esempio Matelica, Numana, Senigallia e Sirolo, e la Puglia con 8 località premiate: tra queste Andria, Bisceglie, Castellaneta e Ostuni.

Per poter entrare in questa speciale classifica sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento nella gestione del territorio in chiave di sostenibilità e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione. Nasce da questo innovativo e prezioso approccio la partnership tra Fondazione Fee Italia e Confagricoltura, che hanno condiviso un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio. Secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, il programma di Fee "testimonia come venga compreso e certificato il valore del lavoro degli agricoltori. Il premio attesta la capacità del settore, che ha contribuito a conservare e valorizzare i Comuni a forte vocazione agricola, come attrazione turistica, culturale ed enogastronomica".

I principali indicatori presi in considerazione dalla classifica delle Spighe Verdi sono la partecipazione pubblica, l’educazione allo sviluppo sostenibile, il corretto uso del suolo, la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura, la qualità dell’offerta turistica, l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata, la valorizzazione delle aree naturalistiche e la cura dell’arredo urbano.

"Spighe Verdi è un programma ’che chiama all’azione’, che chiede un impegno continuo e radicale a ciascun cittadino o imprenditore o amministratore del territorio, ciascuno chiamato a fare la propria parte sui temi e sui tempi della sostenibilità", spiega Claudio Mazza (nella foto in alto), presidente della Fee Italia. "In un momento in cui le amministrazioni sono chiamate a confrontarsi anche con calamità naturali, brusche variazioni climatiche, emergenze ambientali e sanitarie, un Comune certificato Spiga Verde possiede certamente una modalità di lavoro e di gestione del territorio, in cui tutti sono protagonisti di buone pratiche ambientali e comportamenti virtuosi – spiega Mazza - che nel tempo rendono possibile quel cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno". Se la spinta alla sostenibilità si vede ’dal basso’, dalla capacità dei comuni di declinarla nella gestione quotidiana, è facile prevedere che nel nostro Paese lo sviluppo sostenibile non sarà una moda passeggera.

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