Sabato 20 Aprile 2024

"Scienza e creatività da usare al meglio"

PIERLUIGI STEFANINI (nella foto sopra a destra) è il presidente di ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile): nata nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’ per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’Agenda 2030 Onu per lo sviluppo sostenibile, l’Alleanza riunisce oggi più di 300 istituzioni, enti e associazioni della società civile, tutte impegnate sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Stefanini, a che punto siamo, in Italia, nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda 2030?

"Il rapporto ASviS 2022, che abbiamo presentato a Roma il mese scorso, in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile, fotografa uno scenario che definirei allarmante. La crisi sistemica del modello di sviluppo dominante – accelerata da eventi di portata enorme, come la pandemia, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici – sta ampliando a dismisura le disuguaglianze sociali".

Quali sono, in particolare, gli indicatori in peggioramento?

"Dal 2019 al 2021 registriamo un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini, soprattutto dei più deboli, e un arretramento degli indicatori ambientali, specie quelli sul consumo di suolo e sulla gestione delle risorse idriche. Gli unici, timidi, passi avanti sono stati realizzati nei cosiddetti ‘Goal’ 7 e 8, corrispondenti, rispettivamente, all’uso di energia pulita da fonti rinnovabili e al miglioramento dei livelli occupazionali. Un miglioramento che, tuttavia, non riguarda le fasce d’età più giovani".

Nel recente quaderno ASviS sulla giusta transizione ecologica si afferma che l’impronta ecologica dell’Italia è pari a 5,3 volte le risorse generate del territorio nazionale: cosa significa?

"Significa che consumiamo 5,3 volte le risorse garantite dal territorio: la nostra impronta ecologica è smisurata. Per il cambio di passo – quanto mai urgente – siamo chiamati a usare al meglio le nostre conoscenze, la scienza, la creatività. Ci mancano, però, il coraggio, la volontà politica, la capacità di rendere socialmente appetibile e culturalmente dominante la transizione ecologica: solo in questo modo potremo intraprendere con decisione la strada dello sviluppo sostenibile".

m. d. f.

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