Martedì 16 Aprile 2024

Promuovere l’uso del digitale per valorizzare il ‘Made with Italy’

Migration

di Andrea

Boscaro*

DA AMAZON ad Alibaba: i marketplace raccolgono un acquisto su due fra le transazioni transfrontaliere che hanno luogo online in Europa. Inoltre, anche grazie agli accordi stipulati, hanno portato migliaia di aziende italiane a generare vendite o acquisire contatti commerciali. La visibilità e la fiducia di cui godono all’estero, i servizi pubblicitari, logistici e di mediazione culturale che offrono costituiscono certamente un punto di partenza più accessibile rispetto allo sviluppo di un sito o di un negozio online per affrontare i mercati internazionali. Tuttavia è importante considerare che richiedono competenze specifiche e un’organizzazione adeguata a fare seguito alle richieste ricevute e ad accrescere la visibilità dell’offerta. Secondo l’analisi condotta da Netcomm nel 2021 intervistando 800 aziende italiane, la vendita online tramite marketplace è presente nel 15% delle imprese: una percentuale che sale al 31% per le aziende oltre i 10 milioni di euro e si affianca all’uso del sito e-commerce proprietario di cui si serve il 47% degli intervistati.

Per quanto il sistema fieristico stia riprendendo il proprio ruolo grazie al ripristino di condizioni normali nella mobilità, è però vero che il mondo del commercio estero è destinato a continuare a usare sempre di più le tecnologie digitali per individuare e coinvolgere buyer e per promuovere le vendite. Per questo, diventa strategico accrescere le competenze dell’export manager in materia, migliorando tecniche di analisi e di sviluppo dei canali digitali. L’obiettivo è da un lato studiare i mercati esteri, la domanda che esprimono e il posizionamento dei concorrenti; dall’altro usare al meglio le piattaforme, mappare e collaborare con importatori, rivenditori e partner commerciali locali. La presenza online di questi ultimi può rappresentare infatti un allargamento di opportunità da cogliere, oltre che un’occasione per sviluppare iniziative di conoscenza e collaborazione reciproca. Anche in questo caso, i dati indicano una polarizzazione: è cresciuto del 6% il numero delle aziende attive nei canali di vendita online B2B e sono al 55% le imprese che hanno un fatturato pari o superiore a 2 milioni di euro; ma resta ancora elevata (29%) la percentuale delle imprese che non si servono per nulla del digitale.

Al prossimo ciclo politico spetterà il compito, anche grazie alle risorse del Pnrr, di promuovere l’uso del digitale sia per valorizzare il Made in Italy, sia per affermare il ‘Made with Italy’ che tanta parte ha anche nella vita dei nostri distretti industriali, in primis quelli dell’arredamento, del design, della moda e dell’alimentare.

* Formatore, esperto di temi digitali

e di e-commerce

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