Giovedì 25 Aprile 2024

"Priorità alle questioni economiche e sociali"

CARLA COLLICELLI (nella foto sopra a sinistra) è sociologa del welfare e della salute, ricercatrice presso il Cnr e referente di Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) per il gruppo di lavoro sull’Obiettivo 3 dell’Agenda Onu 2030: salute e benessere.

Quali sono nelle città le sfide legate allo sviluppo sostenibile?

"Una è sicuramente quella della vivibilità che è data dalla qualità dell’ambiente e dell’aria, dalla presenza di verde e dalla possibilità di fare una vita più sana, insieme all’esistenza di luoghi di cultura e di socialità. L’ASviS stila ogni anno un rapporto sullo sviluppo sostenibile e uno sulle città, in cui si concentra sulle politiche urbane e sulle sfide a livello territoriale".

Quali sono le altre sfide del futuro?

"Un terreno di sfida è quello dei collegamenti e della viabilità, il tentativo di realizzare la cosiddetta ‘città dei 15 minuti’, riducendo i tempi morti del trasporto pubblico, riorganizzando i luoghi di lavoro e mettendo in campo un buon utilizzo della tecnologia per lavorare a distanza. Poi c’è il tema dei servizi sociali e sociosanitari: durante la pandemia, la carenza di presidi fortemente radicati sul territorio è stata, in molte regioni, una delle cause scatenanti delle criticità. La sostenibilità e la transizione non devono essere solo ecologiche".

Quali sono, invece, la sostenibilità e la transizione di cui c’è bisogno?

"Come indicano anche gli obiettivi dell’agenda Onu, la sostenibilità deve realizzarsi a 360 gradi. Ci deve essere una trasformazione globale che affronti anche le questioni economiche, sociali e delle istituzioni. In quest’ottica, risulta fondamentale una diversa organizzazione della città, dei trasporti, della viabilità, dell’abitare, dei servizi, dei centri culturali e delle strutture per la salute e il benessere".

Quanto conta la collaborazione tra istituzioni e cittadini?

"Moltissimo, ci deve essere una spinta dal basso e una partecipazione civica. Non possono essere solo le politiche calate dall’alto a migliorare la situazione, né possono farlo le tecnologie da sole, nonostante rivestano un ruolo fondamentale, se sono ben utilizzate".

p. b. m.

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