Martedì 23 Aprile 2024

Plastica addio: al debutto il packaging a impatto zero

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UN NUOVO SISTEMA integrato per rendere l’industria del packaging sempre più sostenibile. Si chiama Greenpackt e utilizza materiali riciclabili al 100%. A progettarlo è stato Fameccanica, un gruppo internazionale specializzato in Automazione industriale e leader nel settore dei prodotti igienici monouso, con 85 domande di brevetto depositate, oltre 700 dipendenti, tre sedi operative in Italia, in Cina e in Nord America e ricavi che superano i 200 milioni di euro. "L’azienda è stata fondata dalla famiglia Angelini nel 1975 a Sambuceto di San Giovanni Teatino e nel 1979 vendeva già macchine in tutto il mondo, con un’attività di business focalizzata sul settore “hygiene”", racconta Alessandro Bulfon (foto), Ceo di Fameccanica. Dopo 20 anni di joint-venture paritetica tra Angelini e Procter&Gamble, dallo scorso giugno la proprietà di Fameccanica è tornata al 100% di Angelini Industries: "Oggi Fameccanica è una società specializzata nella creazione di linee produttive per beni di largo consumo, robotica e soluzioni digitali per l’ottimizzazione dei processi industriali. Oltre l’80% dei ricavi proviene dall’export. I principali mercati in cui opera sono Europa, Stati Uniti, Medio Oriente e America Latina".

L’attenzione che il Gruppo ha da anni dedicato a innovazione e sostenibilità ha portato alla nascita del progetto Greenpackt: "Questa nuova tecnologia punta a fornire una soluzione sostenibile per il consumatore finale in sostituzione alle attuali confezioni in plastica", spiega Bulfon: "Dopo due anni di lavoro, abbiamo dato vita a un nuovo sistema integrato per produrre packaging 100% sostenibile in un unico processo produttivo, rendendo l’azienda pioniera nell’automatizzazione e industrializzazione". Ma come funziona questo nuovo sistema? Il progetto, nella sua fase iniziale, ha portato alla creazione di due macchine: una per la produzione di scatole a partire da un foglio di cartone già personalizzato; l’altra per realizzare formati “stand-up pouch”, cioè buste verticali richiudibili tramite zip. "I materiali utilizzati per produrre le confezioni per detergenti monouso sono cartone riciclato e materiali biodegradabili, quindi materie prime riciclate e riciclabili, che contribuiscono a ridurre l’uso di plastica", spiega Bulfon: "La seconda macchina, in particolare, usa carta riciclata accoppiata a polimeri idrosolubili (innocui per l’ambiente) o a biopolimeri compostabili".

Entrambi i materiali hanno un impatto ecologico ridotto rispetto alle confezioni tradizionali: "I polimeri idrosolubili sono concepiti per sciogliersi nel giro di pochi secondi in acqua e sono innocui per l’ambiente. I biopolimeri compostabili, invece, si degradano in modo diverso a seconda del polimero utilizzato, ma comunque entro i tempi stabiliti dalle direttive comunitarie", puntualizza Bulfon. Anche se al momento il progetto Greenpackt riguarda solo il packaging dei detergenti monouso, "in futuro potrebbe essere esteso ad ogni generica applicazione di packaging per prodotti detergenti sfusi". I vantaggi di Greenpackt sono molteplici, prima di tutto per quanto riguarda la sostenibilità ambientale: "Se ogni confezione tradizionale venisse sostituita con una del nostro progetto, in un anno si produrrebbe una quantità di ossigeno pari a quella di quattro milioni di giovani alberi. Oppure, in alternativa, si potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico annuale di quasi 70 mila famiglie italiane", continua Bulfon.

Ma non solo, visto che Greenpackt può contribuire anche a contrastare l’inquinamento da plastica. Attualmente infatti solo il 9% di tutta la plastica prodotta viene riciclata e si stima che ne vengano riversate in mare ogni anno circa 12 milioni di tonnellate. Questo sistema innovativo porta inoltre a un miglioramento dei processi produttivi: "Il progetto favorisce una riduzione di tempi e costi di sviluppo e di produzione per le aziende stesse del comparto, perché si tratta di una soluzione flessibile e modulare che permette di personalizzare materia prima e prodotto", racconta Bulfon. Al suo ingresso sul mercato, il progetto Greenpackt ha ricevuto un’ottima accoglienza da parte dei consumatori: "Un test su consumatori finali ha totalizzato una propensione all’acquisto nel 96% dei casi e l’81% del campione si dichiara molto soddisfatto per la protezione offerta al prodotto". Sintomo del fatto che Greenpackt ha saputo rispondere a una importante domanda di mercato: "Lo confermano le trattative con i principali operatori e player, sia italiani che internazionali". Con queste premesse, per Bulfon le aspettative per il futuro non possono che essere positive: "Il trend di crescita del mercato delle capsule detergenti associato alla transizione verso la sostenibilità, ci portano a pensare che Greenpackt sia un reale investimento per il futuro. Prevediamo che, entro i prossimi due anni, Greenpackt contribuirà al 10% del fatturato di Fameccanica".

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