Parità di genere Primato italiano per Panguaneta

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LA PARITÀ DI GENERE è tra gli elementi distintivi della strategia di sviluppo di Panguaneta. Infatti l’azienda che ha il proprio headquarter a Sabbioneta (Mantova) è tra le prime in Italia ad aver ricevuto da parte dell’Istituto Italiano del Marchio di Qualità la certificazione del sistema di gestione per la "Parità di genere" secondo la prassi Uni PdR 12522. Risultato significativo per una pmi italiana e che rientra nel percorso aziendale tracciato dal primo bilancio di sostenibilità stilato nel 2020. Le azioni decise dal management dell’azienda prevedono flessibilità di orario – con l’adozione del part time per agevolare il periodo di rientro dalla maternità –, sostegno della genitorialità anche attraverso la promozione dei congedi per i padri e presenza femminile al 75% nel cda. Poi il 46% di ruoli di responsabilità affidati a donne, anche per la produzione che storicamente ha una forte presenza maschile.

"La certificazione in merito alla parità di genere rappresenta un passaggio importante nel solco della strada già tracciata dal nostro bilancio di sostenibilità – precisano Nicoletta Azzi, Fulvia Tenca, Miriam Tenca, Mauro Azzi (nella foto sotto), ai vertici di Panguaneta – Ci siamo messi in discussione e abbiamo analizzato approfonditamente la nostra realtà per rafforzare le nostre buone pratiche e indivie di nuove, perché vogliamo crescere insieme ai nostri collaboratori ed essere pienamente inclusivi". La norma, derivante dalla regolamentazione in materia di pari opportunità, definisce il sistema di gestione aziendale e quindi le procedure organizzative e i controlli interni che le aziende possono adottare per ridurre il "divario di genere" e per prevenire ogni forma di discriminazione all’interno dell’ambiente di lavoro. Le organizzazioni integrano negli obiettivi aziendali anche i principi di "parità di genere tra uomo e donna", modellando un sistema di gestione documentato che coinvolge sei aree di attività, ciascuna correlata a indicatori di performance che permettono di quantificare un punteggio (score minimo: 60% del totale). È questo a fungere da guida per l’ottenimento della certificazione da parte di un istituto di certificazione. "Con questo risultato – sottolinea l’ad Azzi – abbiamo raggiunto un ulteriore step verso obiettivi Esg sempre più connessi alle best practices internazionali".

Vittorio Bellagamba

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