Giovedì 25 Aprile 2024

Meno bici e bus Gli italiani si muovono sempre più a piedi

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CI MUOVIAMO di meno, ma molto di più a piedi e in automobile privata, a discapito di mezzi pubblici e bicicletta. La combinazione tra pandemia, crisi energetica e inflazione fa aumentare i divari. È quanto emerge dal recente sondaggio Ipsos-Legambiente sui comportamenti e le propensioni di mobilità degli italiani, somministrato su scala nazionale con un focus sulle grandi città di Milano, Torino, Firenze, Napoli e Roma. Rispetto al 2019, anche a Milano e a Firenze aumenta la percentuale degli spostamenti in auto, ma ci si muove molto anche con i mezzi pubblici e persino in bicicletta. A Torino ci si muove di più a piedi, mentre a Napoli e a Roma si usa di più l’auto. L’auto viene usata spesso anche nei tratti brevi e – rileva l’indagine – soprattutto fuori dai grandi centri abitati. Sul totale degli spostamenti, rispetto al 2019, il 28% del campione dichiara di usare di più l’automobile, solo il 18% ha diminuito il suo utilizzo. Una tendenza diffusa anche nelle grandi città, un po’ meno solo a Milano. Complessivamente i dati del Mite sui consumi di carburanti evidenziano, tuttavia, una riduzione delle distanze percorse in automobile rispetto al 2019.

Dal confronto con i dati di 4-5 anni fa emerge che il 38% degli intervistati si muove di più a piedi soprattutto in città. A Torino cammina di più il 49%, a Milano e a Roma il 47-48%, a Firenze e Napoli il 43-44%. Un’opportunità sfruttata anche per risparmiare sul carburante o sul singolo biglietto dell’autobus, quando il tragitto è breve. Uno scenario nel quale acquisisce sempre più rilevanza la ‘città 15 minuti’, il ridisegno urbanistico che vuol progettare tutti i servizi essenziali – il lavoro, i negozi, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il benessere, la cultura, lo shopping e il divertimento – in prossimità della residenza. L’anello debole della mobilità resta però il trasporto pubblico locale, usato di meno dal 31% degli intervistati, rispetto al 2019. L’uso aumenta solo per il 9%, immutato per il 29-30%, mentre non lo usa mai il rimanente 30-31%, perché "troppo scomodo o irraggiungibile". Scoraggiano anche – evidenzia il rapporto – la scarsa frequenza delle corse e l’inaffidabilità degli orari.

Il dato è che la gran parte degli italiani, sia per le brevi che per le lunghe distanze, usa ancora prevalentemente l’automobile. Ad aggravare il quadro è l’età media dei veicoli, pari a 12 anni, fattore che li rende più inquinanti e con alti consumi. Come sottolinea il sondaggio, infatti, l’auto nuova non è più per tutti: il prezzo medio di acquisto è aumentato del 32% nell’ultimo decennio, passando da 18.857 euro del 2012 a 24.891 euro del 2021 (dati Unrae), e, parallelamente, il potere d’acquisto medio è diminuito.

Cala, seppure di poco, anche l’uso della bicicletta. Il 22% degli intervistati ne ha ridotto l’uso, mentre il 14% l’ha incrementato. In controtendenza Milano e Firenze dove l’uso è aumentato nel 21% dei rispondenti. I dati mostrano che laddove ci sono politiche che indirizzano la nuova mobilità si arriva a cambiamenti positivi. Gli italiani sono ben disposti a lasciare l’auto a casa in favore di monopattini o bici, qualora ci fossero strade più sicure e la velocità massima in centro fosse limitata a 20-30 km all’ora; e in favore del trasporto pubblico e condiviso, qualora ci fossero servizi più efficienti, diffusi ed economici. Inoltre, la maggioranza degli italiani è favorevole al divieto progressivo alla circolazione di mezzi inquinanti nei centri abitati.

Giulia Prosperetti

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