Martedì 23 Aprile 2024

La sfida di Eni: bioraffinazione dall’agricoltura

Migration

ASSICURARE ACCESSO all’energia a tutti in un modo efficiente e sostenibile è la sfida principale nel processo di transizione verso un futuro a basse emissioni. Le stime dell’International Energy Agency mostrano che nei prossimi anni la domanda di energia continuerà a crescere, soprattutto nei mercati emergenti, a causa dell’aumento della popolazione, della crescita economica sostenuta e dello sviluppo delle infrastrutture. Un cambiamento radicale è essenziale per ridurre le emissioni di CO2 in settori specifici, come i trasporti, che "nel 2021 hanno rappresentato il 37% delle emissioni di CO2", secondo la Iea.

Per accelerare il percorso serve un mix di soluzioni, tra cui lo sviluppo di biocarburanti, che "forniscono una soluzione a basse emissioni di carbonio per le tecnologie esistenti, a partire dal settore aeronautico, dove sono una delle opzioni più importanti per raggiungere il net zero", sostiene l’Agenzia. La Iea prevede per quest’anno un aumento della domanda del 5% rispetto ai livelli del 2021. La produzione di biocarburanti, però, non dovrebbe portare via spazio alle colture alimentari, privilegiando la produzione da rifiuti, residui e colture dedicate non in conflitto con la catena alimentare. Questo filone, secondo la Iea, costituirà circa il 50% dei biocarburanti consumati nel 2030. E in questa direzione si sta muovendo anche l’Unione Europea, che ha fissato nuovi obiettivi nell’ambito del pacchetto Fit for 55.

Si moltiplicano dunque i progetti sui biocarburanti delle compagnie energetiche europee: da TotalEnergies, che punta a produrne 2 milioni di tonnellate entro il 2025 e 5 milioni di tonnellate entro il 2030, a Bp che ha acquisito il 30% di Green Biofuels, il più grande fornitore del Regno Unito di olio vegetale idrogenato, fino all’Eni, che sta sviluppando un mix di soluzioni in cui i biocarburanti, prodotti esclusivamente da scarti e rifiuti a partire dal 2023 e da colture non in competizione con cicli alimentari, giocheranno un ruolo fondamentale per raggiungere la completa decarbonizzazione dell’azienda entro il 2050.

Nel 2014 a Venezia, Eni è stata la prima azienda al mondo a convertire una raffineria in una bioraffineria, a cui si è aggiunto un secondo impianto nel 2019 a Gela. La società, inoltre, sta avviando una serie di iniziative congiunte in diversi Paesi del continente africano per lo sviluppo di coltivazioni agricole ad uso e consumo della bio-raffinazione. In questa direzione vanno gli accordi firmati nel 2021 e 2022 con Congo, Kenya, Angola, Mozambico, Benin, Ruanda, Algeria e Costa d’Avorio per sviluppare iniziative congiunte nella filiera agro-industriale, oltre che gli studi di fattibilità avviati in Italia e in Kazakistan. In questa direzione va anche l’accordo triennale sottoscritto da Eni con l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro