LA RIVOLUZIONE SOSTENIBILEe sta conquistando il sistema imprenditoriale italano con rapidità sorprendente. Lo rileva il report annuale ‘Seize the Change – Futuri Sostenibili’ di Ernst & Young, che analizza i più rilevanti trend di sviluppo sostenibile delle nostre imprese partendo dall’esame di un ampio campione di aziende – oltre 300– appartenenti a diversi settori. Cinque i temi principali oggetto dell’analisi: i piani di sostenibilità, l’impegno contro i cambiamenti climatici, il coinvolgimento delle catene di fornitura, la crescita della finanza sostenibile, l’impatto sociale. Ognuno di essi svela numeri e fenomeni importanti per capire con quanta velocità le aziende italiane stiano percorrendo le strade della sostenibilità.
Secondo lo studio, nel 2020 ben il 69% delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi e nel 44% dei casi (+6% rispetto al 2019) sono stati formalizzati target quantitativi. Un elemento decisivo, quest’ultimo, per rendere credibile qualsiasi strategia di sviluppo sostenibile: all’interno dell’azienda i target quantitativi costringono imprenditori e manager a mettere in campo strategie e azioni per trasformare le enunciazioni di principio in realtà d’impresa, all’esterno consentono di verificare l’impegno sostenibile dell’impresa, influenzandone di conseguenza il posizionamento di mercato e la reputazione.
Meno entusiasmante è invece un altro dato oggettivo: appena il 35% delle aziende italiane ha definito anche le tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi. Emerge dalla ricerca, inoltre, che il complesso scenario degli ultimi due anni ha accelerato la transizione green: circa il 20% delle aziende intervistate dichiara che la pandemia da Covid ha accelerato la corsa verso modelli più sostenibili. Oltre che dalla definizione di target quantitativi a fianco di strategie e principi concettuali, il salto di qualità dell’impegno sostenibile dipende molto anche dai modelli di governance adottati dalle imprese: in particolare è discriminante la scelta dell’organo aziendale al quale viene affidato il potere decisionale in materia di sostenibilità. La situazione è in rapida evoluzione positiva anche sotto questo profilo: nel 2020 due aziende su tre hanno strutturato un Comitato o un Organo che riporta al Consiglio d’Amministrazione sui temi di sostenibilità, in aumento di circa 7 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Altrettanto interessante è registrare anche la progressiva estensione dello sforzo di sostenibilità lungo la catena dei fornitori: quasi il 50% delle aziende oggetto di analisi effettua attività di risk assessment sui propri fornitori, addirittura il 75% delle aziende definisce obiettivi in relazione ai temi di sostenibilità nella catena di fornitura. L’azienda sostenibile diventa così il traino dell’intero sistema che ruota intorno, stimolando e supportando i fornitori (solitamente) di dimensioni inferiori a intraprendere lo stesso cammino. Dal report di Ernst & Young emerge inoltre come la finanza sia oggi il settore traino della corsa globale alla sostenibilità. Il 33% delle informative non finanziarie delle aziende analizzate riportano iniziative legate alla finanza sostenibile, facendo registrare rispetto al 2019 una crescita dell’8%. In controtendenza, invece, l’impegno delle aziende italiane nella “S” del trittico magico ESG: gli investimenti a favore della qualità della vita interna ed esterna all’azienda.
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