Italiani virtuosi Sette su 10 si scoprono più attenti ai consumi

Migration

SEMPRE PIÙ ATTENTI alla sostenibilità e alle tematiche ad essa collegate ma, spesso, ancora in difficoltà a metterla in pratica con azioni concrete per creare un "circolo virtuoso". È la fotografia del rapporto tra italiani e sostenibilità scattata dalla prima edizione della ricerca "Agos Insights. I nuovi consumi sostenibili", realizzata in collaborazione con Eumetra e destinata a diventare un appuntamento annuale per monitorare le abitudini delle famiglie sul fronte green con l’obiettivo di offrire risposte adatte a supportare la transizione in chiave sostenibile. Del resto Agos, società leader nel credito al consumo, partecipata per il 61% dal Gruppo Crédit Agricole e per il 39% da Banco Bpm, fa della sostenibilità espressa dai valori di "green e prossimità" un punto fondante della propria strategia. "In un contesto in continuo cambiamento, Agos porta estrema attenzione alle nuove tendenze di consumo, per essere sempre in grado di fornire strumenti adeguati ai consumatori e rispondere alle esigenze di clienti ed aziende partner. La conoscenza approfondita del mercato, dei trend in atto e delle sue evoluzioni di medio-lungo periodo, con particolare sensibilità al tema della sostenibilità è perciò fondamentale per la nostra azienda", spiega François Edouard Drion, Managing director & Ceo di Agos.

Con il progetto Agos Insights, la prima Survey annuale sul mondo dei consumatori "vogliamo analizzare le novità e le prospettive future sui nuovi consumi e offrire un’analisi approfondendo i principali temi di interesse comune tra cui lo sviluppo dell’economia circolare e del riciclo, il ruolo del singolo nella costruzione di un futuro sostenibile e quello dell’evoluzione tecnologica nelle scelte di sostenibilità dei consumatori". La sostenibilità, aggiunge Jean Marie Malherbe, Co-general manager Agos e Direttore trasformazione e sviluppo, "si concretizza per Agos nell’essere innanzitutto sostenibile come impresa con l’obiettivo di diventare una società BCorp entro il 2023". Ma anche "nell’impegno di accompagnare clienti e partner verso la transizione energetica e di ridurre le proprie emissioni di CO2; di essere vicina ai clienti come punto di riferimento e supporto costante; di promuovere progetti di formazione e crescita dei propri dipendenti, valorizzando le diversità e favorendo l’inclusione, nonché di realizzare iniziative a favore della collettività, come il progetto Parchi Agos Green&Smart, che si propone di rigenerare spazi verdi urbani per restituirli alla comunità".

Dalla prima edizione dell’Osservatorio "Agos Insights", lanciato non a caso in un periodo in cui i consumi sono impattati dai rincari sul fronte energetico e presentato la scorsa settimana, emerge come l’attenzione alla sostenibilità, ha spiegato Ludovico Mannheimer, senior market e digital researcher in Eumetra, sia sì un tema attuale e sentito (lo indica in media il 90% degli intervistati), ma non sempre attuabile nel quotidiano. La transizione energetica è più facile all’interno delle proprie abitazioni: il 71% dichiara di aver modificato i propri comportamenti in casa anche perché – in questo caso - la sostenibilità è collegata al tema della riduzione delle spese, oltre che al minor impatto ambientale, entrambi aspetti considerati rilevanti. Gli italiani sembrano infatti essere molto interessati alle potenzialità di un miglioramento della classe energetica di casa (90%) e degli elettrodomestici (94%). Eppure, se la grandissima maggioranza conosce la classificazione energetica con le lettere dalla A alla G (84%), non sono altrettanti quelli che si rendono conto dell’impatto dell’utilizzo degli elettrodomestici in bolletta (solo il 38%).

Se l’impegno per modificare le proprie abitudini di comportamento e consumo in casa è diffuso, sembra invece più difficile modificare il proprio quotidiano sul versante della mobilità: solo il 15% dichiara di aver individuato soluzioni più green per spostarsi. Un po’ di più – il 31% - l’ha fatto nell’ambito dei propri acquisti. Uno dei freni alla modifica delle abitudini è rappresentato dal fatto che comportarsi in modo autenticamente sostenibile ha spesso un costo significativo. L’economia circolare emerge comunque come modo per essere sostenibili, apprezzata dal 78% degli italiani e utilizzata quasi dalla stessa percentuale (77%), in particolare dai più giovani, che la considerano ormai una modalità di acquisto al pari delle altre. La sostenibilità fa parte anche del dna di tutte le start up sebbene, ha sottolineato durante la presentazione dell’Osservatorio Filippo Frangi (Politecnico di Milano) poi questo valore non trovi sempre applicazioni concrete e certificazioni. Così come esistono ancora comportamenti meno aperti al riuso e al riciclo come nel settore della moda, ha ricordato Massimo Di Domenico (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) mentre la pandemia, secondo il sociologo Francesco Morace, oltre ad aver favorito la digitalizzazione e l’alleanza in questo senso tra nonni e nipoti, non ha frenato anzi aumentato la svolta green e sostenibile.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro