Giovedì 25 Aprile 2024

Italiani, popolo di ciclisti. Ma i pericoli tirano il freno

3 giugno, la Giornata Mondiale della Bicicletta

3 giugno, la Giornata Mondiale della Bicicletta

È UNO STRANO RAPPORTO, che potremmo definire di "amore pericoloso", quello che lega gli italiani alla bicicletta. L’occasione per capirne di più è stata la Giornata Mondiale della Bicicletta, che si è celebrata anche nel nostro Paese il 3 giugno tra splendidi proclami e (meno scintillanti) realtà. Una fotografia molto nitida della situazione è stata fornita da Ipsos, guidata in Italia dal principe dei sondaggisti Nando Pagnoncelli, che ha condotto in 28 Paesi un’approfondita indagine sulle opinioni dei cittadini in merito all’utilizzo della bicicletta. Dal report emerge il rapporto profondo, o meglio il vero e proprio amore, che unisce gli italiani alla bici: le due ruote senza motore riscuotono nel nostro Paese l’81% dei consensi, superando nettamente tutti gli altri mezzi della mobilità come automobile (68%), motomotorini (60%), monopattino (39%) e camion (34%).

Inoltre è forte negli italiani la consapevolezza del ruolo cruciale che la bici svolge nella costruzione di un mondo più sostenibile: l’88% dei nostri concittadini è convinto che l’uso della bicicletta svolga un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica e l’85% nell’abbattimento del traffico. Sul piano dei comportamenti effettivi, tuttavia, solo il 37% degli italiani dichiara di muoversi in bici almeno una volta alla settimana: è un valore che si colloca a metà tra quelli registrati in alcuni Paesi del Nord Europa, come Olanda (65%) e Germania (43%), e le abitudini fotografate nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo in cui - nonostante il clima più favorevole - la bici è meno utilizzata, come Spagna e Francia (30%). Peraltro, l’uso effettivo della bici nasce soprattutto dall’esigenza di fare attività fisica: come emerge da un’altra indagine, realizzata dalla piattaforma per la ricerca di lavoro on line InfoJobs, meno del 5% degli italiani usa oggi la bici per recarsi sul luogo di lavoro o di studio. Un valore che è raddoppiato dopo la pandemia, ma rimane pur sempre modesto. Cosa spiega uno scarto così ampio tra buone intenzioni e pratica quotidiana? Secondo l’indagine di Ipsos, a giudizio degli italiani andare in bici è fonte di pericolo.

Su un doppio binario: da una parte il 62% degli italiani ritiene che andare in bicicletta nella propria zona sia pericoloso, dall’altra addirittura il 76% degli intervistati pensa che i ciclisti della propria zona spesso non rispettino le regole del Codice della Strada e, di conseguenza, possano rappresentare una fonte di rischio per gli altri, ovvero pedoni e automobilisti. Si tratta, in quest’ultimo caso, della percentuale più alta rilevata nei 28 Paesi oggetto dell’indagine. Per trasformare la bicicletta nel pilastro della mobilità sostenibile, dunque, è assolutamente necessario separare le strade su cui si muovono bici, pedoni e auto. Solo investimenti massicci dei Comuni in piste ciclabili a lunga percorrenza potranno abbattere in Italia il rischio e la percezione del rischio rispetto all’uso della bicicletta, minimizzando le interazioni tra i bikers e gli altri utenti della strada. E consentendo di trasformare finalmente l’amore ideale degli italiani per la bici in un rapporto vero.

[email protected] @FFDelzio

 

 

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