Mercoledì 24 Aprile 2024

Impatto sociale del calcio, Juve e Borussia da scudetto

L’attaccante della Juventus, Dusan Vlahovic

L’attaccante della Juventus, Dusan Vlahovic

È STRAORDINARIO, probabilmente unico, l’impatto sociale del calcio e dei suoi protagonisti in ogni angolo del mondo. E poichè l’impatto sociale è uno dei tre fattori-chiave della rivoluzione sostenibile – anzi è diventato negli ultimi anni il" fattore di riferimento della magica triade Esg – fa davvero impressione il clamoroso ritardo accumulato dai club di football europei quotati in Borsa sul fronte della sostenibilità del business. Il warning è stato lanciato da Standard Ethics, agenzia indipendente che emette rating non-finanziari di sostenibilità, in occasione del debutto del suo SE European Football Index: l’indice si propone di fornire a tutti gli stakeholders, non soltanto agli investitori, una misurazione credibile e indipendente del livello di sostenibilità del business del calcio. Ed è destinato ad aprire un nuovo rilevantissimo fronte nella battaglia globale per un mondo sostenibile.

In particolare, secondo l’analisi soltanto due aziende di calcio quotate in Europa – la Juventus e il Borussia Dortmund – mettono in campo effettivamente politiche Esg. Subito dietro si posizionano altre due football companies, la Roma e l’Ajax, che fanno registrare miglioramenti interessanti in ambito Esg, nonostante livelli di disclosure molto bassi. "La Juventus – analizza Jacopo Schettini Gherardini, Ceo di Standard Ethics – è dotata di una rendicontazione extra finanziaria standard e tratta i temi Esg secondo le migliori pratiche mentre ""osservando la documentazione resa pubblica da parte della Roma – continua Schettini Gherardini – i nostri analisti hanno rilevato delle attività e pubblicazioni recenti che indicano come l’azienda sembri, almeno da questi documenti, andare nella direzione di una reportistica Esg (secondo gli standard internazionali) e soprattutto verso la redazione di politiche e strumenti di governo della sostenibilità". Ma eccezioni virtuose a parte, il quadro generale è piuttosto deprimente sul piano della sostenibilità del calcio made in UE. Nel complesso i 15 club europei quotati in Borsa stentano ad analizzare professionalmente il proprio impatto sociale, ambientale ed economico, non riescono ad offrire una rendicontazione ESG standard, non si impegnano ad articolare un sistema di governo della sostenibilità in linea con le indicazioni internazionali di Onu, Ocse, Ue.

Attualmente non sono per nulla diffusi tra le aziende del business calcistico i principali strumenti di governance della sostenibilità, come Codici Etici e Policy Esg, e in molti casi manca addirittura una traduzione in lingua inglese sui siti proprietari dei documenti più rilevanti ai fini della sostenibilità. In definitiva, si verifica oggi un evidente paradosso: il business del calcio è sganciato dalle dinamiche sostenibili che stanno dominando molti altri settori, pur essendo caratterizzato da impatti sociali al massimo livello di rilevanza. Ma è un paradosso che occorre eliminare al più presto, da parte dei protagonisti del settore. Perché è troppo alto il livello della "responsabilità" che i team di calcio esercitano quotidianamente nei confronti di tifosi, consumatori, investitori di tutto il mondo, per far finta che il mondo non stia cambiando.

[email protected] @FFDelzio

 

 

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