Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Maxi Yacht Arca 100 vince la gara della sostenibilità

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LA FINANZA SOSTENIBILE a vele spiegate. Così la rotta battuta dalla società di gestione dei risparmi Arca sulla scia dei premi Alto Rendimento conseguiti negli ultimi anni nel segmento big. La navigazione nei mercati per traguardare eco-affari trova nel mare il teatro evocativo del business etico. Accade con la seconda vita di un maxi yacht che inanella successi nei campi di regata e centra un primato mondiale: è il primo a potersi fregiare nel settore navale della certificazione EPD (Environmental Product Declaration), la dichiarazione ambientale di prodotto. Questione di riciclo e pratiche virtuose.

La barca è Wild Thing-Arca, lunga 100 piedi (30 metri e mezzo), costruita nel 2003 in Australia per vincere. Lo fece alla Sydney Hobart di quell’anno e alla Barcolana nel 2005. Ma nel 2015 finì sugli scogli a Formentera. Abbandonata a se stessa, dal 2018 è tornata a splendere e a primeggiare con un valore aggiunto, quello della rinascita sostenibile che – tra metodi di restyling, recupero attrezzature dismesse, proiezioni d’uso sociale - fa scuola. È Il frutto di un gioco di squadra. Quello tra Arca Fondi SGR e Fast & Furio Sailing Team, gruppo di professionisti della vela capitanati dallo skipper Furio Benussi, regista della resurrezione della barca. "Il progetto di riciclo di Arca consente di comunicare efficacemente i valori che caratterizzano la nostra società e che ne costituiscono il Dna: competenza, utilizzo consapevole delle risorse, valorizzazione del talento e performance" dice Ugo Loeser, ad di Arca Fondi SGR. Un progetto che, grazie al supporto tecnico di Mapping LCA, ha consentito ora al maxi yacht di conseguire la prima certificazione EPD. La certificazione è stata rilasciata dal Rina. Anna Bortoluzzi, Coordinatore Scientifico di Mapping LCA, spiega: "L’incontro con il Maxi-Yacht 100 ARCA SGR ci ha permesso di mettere al servizio del Progetto BoReAS le competenze del Team di Mapping LCA in un contesto di eccellenza con una visione innovativa in ambito di Economia Circolare. La certificazione della dichiarazione ambientale del Maxi-Yacht è stata una sfida ad alto contenuto ingegneristico coordinata con successo da Alessandro Bordignon che è anche il responsabile del Comitato Internazionale che ha il compito di realizzare la normativa di riferimento per la valutazione delle impronte ambientali di tutto il settore nautico".

"È stata aperta una nuova frontiera per la nautica", rileva Luigi Bottos, a capo del team dei certificatori ambientali. Whild Thing dal relitto a star della vela, a faro delle pratiche ecologiche in campo nautico. "Nel giro di pochi mesi, utilizzando quasi esclusivamente materiali di scarto e con un budget contenuto, riuscimmo rimettere in mare l’imbarcazione", rievoca Benussi riavvolgendo il nastro dell’impresa iniziata alle Baleari, perfezionata nel cantiere triestino San Rocco, consolidata nel golfo della Spezia - al marina del Fezzano e a Porto Lotti - trampolini di lancio per le regate che si sono risolte in successi. È accaduto alla 151 miglia, alla Rolex Giraglia, alla Palermo Montecarlo, alla Maxi Yacht Adriatic Series e all’ultima Barcolana. Arca, fra sei giorni, è attesa alla prova del bis nelle acque triestine, quale ‘defender’ del titolo. In futuro il ripetersi di altre nobili sfide: far vivere momenti di conforto a ragazzi alle prese con la malattia. È già accaduto per i piccoli degenti del Gaslini e dell’ospedale pediatrico di Trieste. Motivo di soddisfazione per i genitori e di orgoglio per gli investitori di Arca: i loro risparmi generano pratiche virtuose nello sport, per l’ambiente, per lo spirito.

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