Martedì 16 Aprile 2024

EUROPE ENERGY SFIDA IL CARO BOLLETTE

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PASSA DA GLASGOW il futuro dell’energia. Dalle decisioni della Cop26, in corso di svolgimento in Scozia, dipendono infatti le politiche globali su ambiente e cambiamento climatico, che impattano direttamente su un mercato, quello dell’energia, alle prese con fibrillazioni sempre più preoccupanti. Soprattutto per le tasche dei consumatori, che si stanno preparando a un inverno mai così caldo in termini di costi delle bollette di luce e gas. "L’ultima cosa che speravano gli italiani dopo il periodo appena trascorso tra emergenza sanitaria e crisi economica – commenta Matteo Ballarin, fondatore e presidente di Europe Energy, gruppo veronese nato nel 2007 come trader di energia e che oggi si propone come importante realtà multiutility nel mercato retail italiano ed estero – Basti pensare che quest’anno il prezzo del gas naturale, con cui viene prodotta la maggior parte dell’elettricità in molti Paesi europei, è aumentato di ben tre volte".

Dunque è colpa dei mercati, del precario equilibrio domanda-offerta sconvolto dalla Cina che sta facendo incetta di gas per sostenere la ripresa economica?

"Non solo, bisogna considerare anche la vera e propria guerra geopolitica che vede come strumento principale di battaglia proprio il gas. La maggior parte della materia prima, infatti, viene importata dalla Russia e, in questa fase storica, c’è una forte contrapposizione con l’Unione Europea che ha portato a questa situazione. A prescindere dalle diverse cause del fenomeno, però, famiglie e aziende italiane si stanno preparando ai mesi invernali e stanno cercando di capire come affrontare il prossimo periodo".

Appunto, come affrontarlo?

"Il governo è intervenuto in maniera tempestiva, seppure limitata, stanziando 3 miliardi di euro (che si aggiungono ai 1,2 miliardi già stanziati lo scorso giugno) per aiutare famiglie e piccoli business in difficoltà attraverso tre azioni principali: annullare gli oneri generali di sistema in bolletta, aumentare il bonus sociale per le famiglie in crisi, e sterilizzare l’Iva al 5% sui consumi di gas metano. Ma la prima cosa da fare per risparmiare è partire dalle piccole azioni quotidiane".

Ovvero?

"Spegnere la luce quando si esce da una stanza, regolare in modo corretto il riscaldamento, aprire il meno possibile il frigo sono solo alcune delle abitudini che possono portare a tagliare in modo sostanziale le bollette. Senza dimenticare che anche il mercato libero gioca un ruolo importante nel risparmio complessivo in bolletta, permettendo di attutire le conseguenze dei rincari e gestire meglio queste continue fluttuazioni".

Il risparmio energetico è uno dei temi chiave della Cop26. Quali decisioni si aspetta dalla conferenza Onu di Glasgow?

"Innanzitutto, spero vengano prese decisioni realistiche e concrete. Per esempio sul processo di riforestazione, in cui stanno intervenendo Cina, Russia, ma anche e soprattutto Brasile. Poi mi aspetto che si facciano passi avanti per quanto riguarda il tema emissioni: deve essere delineata una strada comune in cui intervengano tutti gli Stati, in particolare Cina e Usa. Quando si parla di abbattimento delle emissioni dobbiamo pensare a un processo parallelo di abbandono dei combustibili fossili che non è così facile da mettere in moto e da realizzare".

Come impatteranno le decisioni della Cop26 sul mercato dell’energia?

"L’impatto c’è già e si vede, basti pensare all’andamento del prezzo dell’energia elettrica. Siamo in un mercato globale, eppure la tematica è ben presente solo a livello europeo, non in Cina e negli Stati Uniti. Questo crea un forte gap di competitività tra le aziende europee e quelle extra europee: i Paesi che inquinano di più avranno la possibilità di avere maggiore lavoro e potranno essere più competitivi rispetto ai Paesi che vogliono operare in maniera più virtuosa, portando a un maggior inquinamento e quindi aumentando il problema anziché diminuirlo".

Lei ritiene, come ha detto il premier britannico Boris Johnson, che la Cop26 sia davvero l’ultima chance per salvare il pianeta?

"Non è l’ultima chance, ma questi sono sicuramente momenti molto importanti di confronto e dialogo, che devono essere sfruttati al meglio per capire cosa fare e come farlo al meglio. È anche vero che queste decisioni e queste tematiche spesso vengono ridotte a singoli momenti, in cui ci si aspetta che i politici firmino qualche trattato che assicuri il cambiamento, quando sarebbe meglio ci fossero costantemente momenti di confronto tra menti pensanti e scienziati per aiutare la politica a fare scelte coraggiose".

A proposito di scelte, l’auto elettrica rappresenta davvero il futuro della mobilità?

"No, anche se sicuramente può avere un impatto positivo. Può rappresentare una sorta di compromesso, uno strumento per studiare modi più efficienti di produrre mobilità, come incentivare i trasporti di massa e rendere più efficienti i motori a combustione".

Il Pnrr mette nel piatto 34 miliardi per le infrastrutture e 68 miliardi per la transizione ecologica. Un’occasione per portare la nostra rete elettrica al livello dei competitor europei.

"Peccato che questo sia un tema del quale si è discusso poco, nonostante potrebbe rientrare in entrambe le direttrici di investimento e portare un beneficio economico diretto e rapido nelle tasche degli italiani. La rete elettrica nazionale, infatti, ha tassi di dispersione spaventosi. Il 10% dell’energia diffusa per la fornitura della nostra casa, del nostro negozio o del nostro ufficio, viene perduta. Tutto ciò influisce sul costo della bolletta. In momenti complicati come questi, quando è in gioco il futuro del Paese, sarebbe fondamentale scegliere con raziocinio dove investire, tralasciando posizioni ideologiche e unendo nell’analisi costi-benefici considerazioni economiche, strategie di innovazione ed impatto ambientale".

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