Martedì 16 Aprile 2024

DAVINES RIPENSA LA PLASTICA PER SALVARE GLI OCEANI

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LL GRUPPO DAVINES lancia ‘Rethinking Plastic’ la campagna globale per promuovere un approccio consapevole alla plastica, uno tra i packaging più utilizzati quando si tratta di prodotti di bellezza di uso quotidiano. La campagna globale in collaborazione con l’impresa sociale Plastic Bank aiuterà a prevenire che 100 tonnellate di plastica invadano gli oceani, migliorando la qualità della vita delle popolazioni locali coinvolte nella raccolta della plastica. Plastic Bank – spiega la società – impedisce alla plastica di entrare negli oceani e migliora la vita dei raccoglitori di rifiuti nelle comunità costiere, costruendo ecosistemi di riciclaggio etico e riprocessando i materiali per la loro reintroduzione nella catena di approvvigionamento globale. I raccoglitori locali scambiano i loro rifiuti di plastica con premi che aiutano a fornire le necessità familiari di base come generi alimentari, carburante per cucinare, tasse scolastiche e assicurazione sanitaria. Il materiale raccolto rinasce come Social Plastic che può essere facilmente reintegrato nei prodotti e negli imballaggi come parte di una filiera a ciclo chiuso. "È sempre più evidente – commenta Davide Bollati (in alto nel box), presidente del gruppo Davines – che l’unico modo per accelerare la necessaria trasformazione dall’attuale modello socioeconomico estrattivo a un nuovo paradigma rigenerativo – una trasformazione ormai non più rimandabile – è quello di creare alleanze e coalizioni multilaterali, che lavorino congiuntamente all’obiettivo. La nostra collaborazione con Plastic Bank rappresenta un nuovo passo nel nostro continuo percorso di sostenibilità e rigenerazione". "Siamo entusiasti di essere partner di Davines, un’azienda che condivide la nostra visione sulla creazione di impatto ambientale, sociale ed economico", ha affermato David Katz (a destra), fondatore e Ceo di Plastic Bank. –. La nostra partnership rappresenta un’opportunità unica per rivelare il valore della plastica e avere un impatto diretto nello sforzo di fermare l’entrata di plastica negli oceani".

Indonesia, Brasile e Filippine sono le aree coinvolte in questa fase nel progetto di raccolta con Plastic Bank: tutte aree del mondo in cui è più difficile riciclare. Questi paesi hanno tassi estremamente elevati di inquinamento da plastica e povertà, a causa della mancanza di infrastrutture per lo smaltimento e della maggiore dipendenza dagli imballaggi monouso, che si traducono in una quantità sproporzionata di inquinamento. Davines ha rafforzato il proprio impegno con la certificazione B Corp nel 2016 e l’ingresso nella rete globale delle B Corporation, aziende che hanno ridefinito il proprio modello di business per generare non solo profitto, ma anche impatto positivo sulle persone, l’ambiente e le comunità in cui operano. Nel 2020, per esempio, come per i due anni precedenti il gruppo è riuscito a raggiungere il 0% dei rifiuti della propria produzione smaltiti in discarica, recuperandone tramite riciclo o termovalorizzazione l’86,3% del totale. Continua inoltre l’impegno nello sviluppo di packaging progettati sulla base dei principi dell’ecodesign ottenendo imballaggi più leggeri, da materiali riciclati o da fonti rinnovabili, monocomponente più facili da smaltire e riciclare.

"Grazie all’applicazione di questi principi – spiega la società –, nel 2020 il 60,5% del materiale usato nei nostri packaging è stato riciclato. In particolare, di tutto il packaging in plastica poco meno del 60% proviene da fonti rinnovabili o è riciclato. Nel 2020 è stata ridotta di un ulteriore 3,6% la quantità di plastica vergine da fonti fossili dei packaging. Ma non solo, grazie ad azioni come l’alleggerimento dei packaging è stato calcolato che dal 2014 al 2020 sono state risparmiate oltre 630 tonnellate di plastica. Questi ottimi risultati danno una visione dell’impatto positivo che è possibile ottenere e spronano al miglioramento continuo. Proprio a partire dal 2020, il gruppo Davines calcola la propria impronta di plastica includendo sia i rifiuti di plastica prodotti dal suo stabilimento di produzione e uffici, sia il packaging in plastica dei suoi prodotti commercializzati in tutto il mondo. Oggi il 100% dei rifiuti di plastica della produzione sono recuperati tramite riciclo e termovalorizzazione. Delle circa 722 tonnellate, risulta che 14 possano potenzialmente rimanere nell’ambiente a causa della cattiva gestione dei rifiuti nei diversi paesi dove il gruppo è presente, ed è proprio per la rilevanza dell’inquinamento da plastica che l’azienda ha scelto di accelerare ancora di più su questo tema.

Il gruppo Davines fa parte di un altro progetto particolarmente ambizioso: la ‘B Corp Beauty Coalition’, una coalizione tra aziende certificate B Corp del settore cosmetico nata con l’obiettivo di promuovere un cambiamento sistemico e durevole nell’industria della bellezza, migliorandone gli standard di sostenibilità attraverso azioni collettive. Tra le tematiche che la coalizione sta iniziando ad affrontare c’è l’ideazione di un packaging ancora più sostenibile, lo sviluppo di una supply chain circolare e rigenerativa, la definizione e promozione del concetto di ‘B Beauty’, fondato sull’applicazione dei valori B Corp ai prodotti cosmetici. "Nell’interdipendenza – conclude Bollati – , che è uno dei valori fondanti del movimento B Corp, non c’è sostenibilità sociale senza sostenibilità ambientale, non c’è progresso senza rispetto degli ecosistemi e dei diritti umani. Senza ecologia umana, semplicemente non c’è futuro".

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