"C’è bisogno di una coalizione mondiale per far fronte alla crisi climatica"

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TUTTI I PAESI devono intensificare la riduzione delle emissioni nazionali e limitare l’aumento della temperatura mondiale a 1,5 gradi. Questo il monito lanciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres (nella foto), in occasione della 77esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite che si è conclusa la settimana scorsa a New York. Un appello particolare è stato rivolto da Guterres ai Paesi del G20 che, da soli, sono responsabili dell’80% delle emissioni e stanno subendo anche loro l’impatto di siccità, incendi e inondazioni straordinarie. L’azione per il clima sembra, tuttavia, essere inadeguata. "Se un terzo dei Paesi del G20 fosse sott’acqua oggi, come potrebbe essere domani, forse – ha detto il segretario generale dell’Onu – troverebbero più facile concordare tagli drastici alle emissioni".

Per Guterres l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a +1,5 gradi Celsius rispetto all’era preindustriale è "sotto respiratore artificiale e si sta rapidamente indebolendo". Un rallentamento che sta portando il Pianeta "verso i +3°C". Il ‘J’accuse’ di Guterres ha preso di mira in modo particolare le grandi compagnie di combustibili fossili, colpevoli – secondo il segretario generale dell’Onu – di "aver ucciso il pianeta per rastrellare il più possibile". Il segretario generale ha sottolineato come, in un momento di forti tensioni geopolitiche, la mancanza di azione per fermare la crisi climatica avrà gravi effetti a catena, come migrazioni di massa e un aumento generalizzato dell’instabilità. Per far fronte alla crisi climatica Guterres ha invitato i Paesi "maggiori responsabili delle emissioni" ad "aumentare i fondi per l’adattamento" destinando a tale scopo "almeno la metà di tutti i finanziamenti per il clima e la resilienza climatica in modo da proteggere le persone e le economie".

Di fronte al pessimistico scenario tracciato da Guterres l’unica alternativa è unirsi. "C’è bisogno – ha detto il segretario generale – di una coalizione mondiale, che deve superare le divisioni e agire insieme, iniziando con il rafforzamento della missione principale delle Nazioni unite: raggiungere e sostenere la pace". Le istanze presentate dal segretario generale dell’Onu saranno al centro del Festival dello Sviluppo Sostenibile (dal 4 al 20 ottobre, in presenza e online, su tutto il territorio italiano). Promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), il festival ha l’obiettivo sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, diffondere la cultura della sostenibilità e realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Il programma, ancora aperto alle candidature di eventi promossi dalla società civile, verrà presentato il prossimo 30 settembre a Roma.

Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda 2030 compie quest’anno sette anni. Un anniversario che sancisce la metà del suo percorso. Per fare il punto in Italia sul raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, in occasione del Festival verrà presentato il Rapporto ASviS 2022. Il documento è volto, inoltre, a fornire un quadro organico di raccomandazioni di policy, da sottoporre ai vertici, per segnalare gli ambiti in cui bisogna intervenire per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo e influenzare in questo modo le strategie e le attività del nuovo governo.

Giulia Prosperetti

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