Ambiente, l’Italia promossa dal Cerved "Meglio della Francia"

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SOSTENIBILITÀ, questa sconosciuta. Nella mappa del rapporto Cerved, su 29 Paesi europei (Ue + Regno Unito e Norvegia) l’Italia occupa la quindicesima posizione ed è ben al di sotto della media continentale. Giocano a nostro sfavore soprattutto le magre performance economiche e sociali, mentre ci difendiamo bene sulla sostenibilità ambientale. Anche in questo come in altri casi, però, ci sono diverse Italie: quella del Nord si piazza al di sopra della media europea, al sesto (Nord Ovest) e al settimo posto (Nord Est), mentre il Centro si colloca al dodicesimo posto; l’’Italia del Sud e delle isole, invece, al 27°. Lo studio, prendendo in esame centinaia di variabili tratte dall’ampio database del Cerved e da fonti pubbliche, definisce un indice generale di sostenibilità che integra aspetti economici, sociali e ambientali dei singoli territori. La debolezza italiana è soprattutto economica: hanno risultati peggiori solo Romania, Cipro e Grecia, anche a causa di una produttività che non registra alcun miglioramento da più di vent’anni. Questa stagnazione, dovuta a una scarsa attrattività per gli investimenti esteri e alla limitata capacità d’innovazione (investiamo poco in ricerca e sviluppo e siamo ultimi tra i grandi Paesi per digitalizzazione), è all’origine della crescita stentata, dei redditi fermi da dieci anni e del basso tasso di occupazione (57%, 10 punti sotto la media Ue). I forti divari territoriali sono confermati a livello sociale, con il Mezzogiorno al terz’ultimo posto, davanti solo a Grecia e Romania.

La musica cambia quando si considera l’indice di sostenibilità ambientale: l’Italia è al nono posto, prima della Francia. In particolare, pur con un territorio più fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico, l’Italia vanta indici migliori della media europea in tutte le altre dimensioni analizzate: sono più bassi i livelli di inquinamento e le emissioni di gas serra, in netto calo negli ultimi anni. "Con questo strumento ci proponiamo di aiutare i decisori, le istituzioni e le imprese a ragionare in termini di impatto: occorre misurare il fabbisogno delle comunità per pianificare gli obiettivi dei progetti pubblici e aziendali", commenta il numero uno di Cerved Andrea Mignanelli (nella foto in basso). "Colpisce, nei confronti internazionali (introdotti quest’anno) come in quelli tra le province italiane, l’evidente correlazione tra capacità di innovazione del tessuto produttivo e velocità della transizione ecologica. Le grandi questioni del riequilibrio sociale e ambientale non sono separabili dai problemi strutturali che limitano lo sviluppo".

Elena Comelli

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