Mercoledì 24 Aprile 2024

Agenda Onu 2030, il mondo non ha fatto passi avanti

La premier, Sanna Marin

La premier, Sanna Marin

PER IL SECONDO ANNO di fila, nel 2021 il mondo complessivamente non ha fatto progressi sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg), adottati dall’Onu nel 2015 con l’Agenda 2030. Lo rivela il rapporto annuale della Rete per le soluzioni di sviluppo sostenibile (Sdsn), network internazionale di esperti in materia di sostenibilità. In particolare lIndice che misura il progresso verso gli SDG è leggermente diminuito nel 2021, per l’impatto della pandemia da Covid-19 su alcuni dei diciassette obiettivi dell’Agenda Onu. Si tratta degli obiettivi "Sconfiggere la povertà" e "Lavoro dignitoso e crescita economica" e delle scarse prestazioni sugli Obiettivi "Clima", "Biodiversità" e "Sviluppo urbano sostenibile".

In vetta al’SDG Index si trova la Finlandia, seguita da tre paesi nordici, Danimarca, Svezia e Norvegia. Tutti i primi dieci paesi sono europei. L’Italia è al 25o posto, su 163 paesi. L’Asia orientale e meridionale è la regione che ha progredito maggiormente, con in testa il Bangladesh e la Cambogia. Il Venezuela è il paese che ha registrato il calo maggiore. Tra gli Stati membri del G20, gli Stati Uniti, il Brasile e la Federazione Russa mostrano il minor sostegno all’Agenda 2030. I paesi nordici dimostrano un sostegno relativamente elevato per gli Sdg, così come l’Argentina, la Germania, il Giappone e il Messico. Alcuni paesi come il Benin e la Nigeria in Africa hanno grandi lacune nel loro Indici Sdg, ma ottengono anche punteggi relativamente alti per i loro sforzi politici. In fondo alla classifica dei 163 paesi c’è il Sud Sudan, preceduto da Repubblica Centrafricana e Ciad. Il rapporto mostra come i paesi ricchi generino ricadute socioeconomiche e ambientali negative sui paesi più poveri, in particolare attraverso consumi non sostenibili.

 

 

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