Soldi Mes, ecco il maxi-piano per la sanità. Miliardi per le assunzioni e poli anti Covid

Il ministro Speranza ha messo a punto l'intervento con le regioni. I fondi permetterebbero di affrontare anche la temuta ripresa dei contagi

Roberto Speranza (Ansa)

Roberto Speranza (Ansa)

Prima di tutto la sanità, con un maxi piano di investimenti e di assunzioni mai visto in Italia da almeno vent’anni, da quando cioè è partita la lunga stagione dei tagli. I 37 miliardi del Mes, il Fondo Salvastati, la dote che la Ue è pronta a concedere all’Italia sotto forma di un prestito a tassi stracciati rimborsabile in dieci anni, potrebbero segnare una vera e propria svolta sul fronte dell’assistenza. La bozza del piano è già pronta nei cassetti del ministro della Salute, Roberto Speranza, un progetto entrato anche nel Piano nazionale delle Riforme presentato a Bruxelles.

Ma come potrebbero essere spesi, allora, i Fondi del Mes, sempre che, ovviamente, l’Italia deciderà di utilizzarli? Il piano straordinario per la sanità vale fra i 23 e i 25 miliardi di euro e dovrebbe consentire all’Italia di affrontare anche un’eventuale ripresa dei contagi. Due le linee di azione previste. La prima, che dovrebbe assorbire circa la metà dei fondi a disposizione (10 miliardi) sarà concentrata sulla ristrutturazione dell’attuale rete ospedaliera, prevedendo anche dei poli Covid in ogni regione. La seconda, invece, punta sullo sviluppo di una rete di assistenza territoriale, anche attraverso il riutilizzo delle strutture che, dopo anni di tagli alla sanità, sono state dismesse.

Ma non basta. Una parte delle risorse servirà anche a stabilizzare le 23mila assunzioni effettuate nella sanità per fare fronte al picco dell’epidemia. Professionisti che potrebbero anche contribuire a coprire i vuoti in organico che si apriranno nel 2021 nell’ultimo anno della cosiddetta ‘quota 100’. Un esercito di camici bianchi che dovrebbe essere affiancato da circa 10mila nuovi infermieri, su un fabbisogno di 30mila, che potrebbero essere impiegati nelle nuove micro-strutture che dovrebbero nascere in tutte le regioni. Ma attenzione. Non si tratta di creare nuovi ospedali. Piuttosto di mettere a disposizione dei cittadini una rete capillare di laboratori, ambulatori e centri di prima assistenza che dovrebbero alleggerire il peso dei grandi poli ospedalieri. Un modo anche per smaltire l’enorme arretrato di visite e analisi accumulato durante i mesi del Covid: quasi un milione di esami. Un’accelerazione per la quale si stanno studiando anche accordi con la sanità privata.  

I fondi Mes potranno anche essere utilizzati per ammodernare i nostri ospedali. Anche con l’acquisto di nuove macchine. Al ministero della Salute stimano che circa 1500 fra tac, risonanze magnetiche e altri strumenti di eguale importanza, dovrebbero essere rottamati per fare posto a impianti più efficaci. Per non parlare delle nuove tecniche nel settore della sanificazione. Interventi che, complessivamente, dovrebbero costare 1,5 miliardi. Infine, il grande capitolo della ricerca tecnologica e della medicina. Speranza ha in mente di fare dell’Italia un vero e proprio hub farmaceutico a livello mondiale. E, anche in questo caso, vale il vecchio adagio: senza soldi non si cantano messe. La partita del Mes, naturalmente, è ancora da giocare a livello politico. Ma, dal punto di vista economico, i vantaggi sono evidenti. Se utilizzassimo l’intera posta in campo, ovvero i 37 miliardi di euro, risparmieremmo circa 4,5 miliardi di interessi con i tassi attuali. Soldi che, a questo punto, potrebbero essere dirottati su altri capitoli, dagli investimenti al calo delle tasse. Senza considerare, poi, che una quota dei fondi potrebbe essere dirottata sull’edilizia scolastica e addirittura per prorogare la cassa integrazione.  

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