Sabato 20 Aprile 2024

Smart working, arrivano le regole In azienda nessun taglio alla paga

Domani incontro per le norme nel pubblico impiego. Martedì si replica per il settore privato, dove sarà volontario

Andrea Orlando

Andrea Orlando

Sono ormai definite le nuove regole sull’introduzione del lavoro agile sia nel settore privato sia in quello pubblico, una volta esaurita la fase emergenziale. Domani è previsto un incontro tra Aran e sindacati per il contratto che introdurrà lo smart working in ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici, che farà da apripista per gli altri contratti del pubblico impiego, mentre martedì il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, incontrerà le parti sociali per varare il protocollo nel privato.

In questo settore, al termine dell’emergenza, ci vorrà un accordo individuale scritto che chiarisca l’alternanza tra i periodi di lavoro all’interno e all’esterno dei locali aziendali ma anche quali saranno gli strumenti di lavoro, il potere direttivo del datore di lavoro e i tempi di riposo del lavoratore. Restano da chiarire alcuni aspetti sulla disconnessione e i buoni pasto. Nel testo infatti si sottolinea che il lavoratore agile ha diritto "allo stesso trattamento economico e normativo applicato, anche con riferimento ai premi di risultato", ma il tema dei buoni pasto sarà affrontato nei contratti o nelle singole aziende.

Se a fine dicembre lo stato di emergenza per fronteggiare la pandemia non sarà rinnovato, da gennaio nel settore privato sarà questo protocollo la base per le decisioni sul lavoro agile in attesa dei contratti collettivi anche se molte imprese si sono già mosse con oltre 200 accordi aziendali già firmati. Il lavoratore smart avrà gli stessi diritti economici e normativi dei dipendenti nei locali aziendali.

"La giornata lavorativa svolta in modalità agile – si legge – si caratterizza per l’assenza di un preciso orario di lavoro e per l’autonomia nello svolgimento della prestazione nell’ambito degli obiettivi prefissati", ma dovrà essere individuata una fascia di disconnessione. Anche sugli strumenti di lavoro deciderà l’accordo individuale anche se "di norma" saranno forniti dal datore di lavoro. L’adesione al lavoro agile è su base volontaria (a differenza di quanto accaduto con la pandemia) e "l’eventuale rifiuto del lavoratore non integra gli estremi del licenziamento per giusta causa, né rileva sul piano disciplinare". Ovviamente non esiste un diritto al lavoro agile per il lavoratore ma, "compatibilmente con l’organizzazione aziendale, al lavoro agile possono accedere previo accordo individuale i lavoratori inseriti nelle aree organizzative in cui lo stesso viene utilizzato".