Mercoledì 24 Aprile 2024

Smart e dal volto umano Milano e Bologna al top

Migration

C’È UN LUOGO nel quale tutti noi, ogni giorno, possiamo toccare con mano gli effetti delle due grandi rivoluzioni globali in corso, la transizione ecologica e quella digitale? Si, esiste: sono le città nelle quali viviamo. Lo dimostra un indice molto interessante – lo Human Smart City Index, edizione 2022, realizzato da EY – secondo cui Milano, Bologna e Torino sono i primi tre capoluoghi di provincia in Italia "a misura di persona": le tre città si posizionano sul podio di una speciale classifica che misura con 456 indicatori sia gli investimenti e le iniziative del territorio, sia i comportamenti dei cittadini sui terreni dell’economia circolare, della digitalizzazione e dell’inclusione sociale. "La Human Smart City è la città che riprogetta infrastrutture e servizi coniugando centralità della persona, innovazione tecnologica e sostenibilità" spiega Andrea D’Acunto di EY. In realtà, partendo dal focus sulla qualità della vita delle città italiane l’analisi della multinazionale della consulenza fotografa anche il loro grado di attrattività di aziende e investimenti, lavori e cittadini.

Perché le città "a misura di persona" sono oggi, nella competizione globale tra nuove città-Stato che sta soppiantando quella tra sistemi-Paese, gli agglomerati urbani che crescono più rapidamente perché uniscono capacità di sviluppo endogeno e investimenti, progetti, talenti provenienti dall’esterno, che in questa fase dello sviluppo cercano luoghi nei quali coniugare business, qualità della vita e ricchezza sociale. In particolare – analizzando le ragioni del successo delle tre città sul podio – dal report di EY emerge che il punto di forza di Milano è la velocità nella realizzazione della transizione digitale, sia per disponibilità di infrastrutture come banda ultra-larga e 5G sia per il livello medio di competenze dei cittadini e di utilizzo dei servizi on line. Il secondo posto di Bologna è invece figlio soprattutto della sua superiore capacità di inclusione sociale, per notevole volume di spese sociali e ampio livello di coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica della città. Torino spicca invece per la capacità dei cittadini di interpretare al meglio, con i loro comportamenti quotidiani, la transizione ecologica. A seguire cinque medie città come Trento, Parma, Bergamo, Padova e Brescia, infine chiudono la top ten della classifica EY Venezia e Firenze.

Roma si posiziona invece al dodicesimo posto: a fronte di buone performances sul fronte della digitalizzazione, pesa in negativo l’evidente ritardo della Capitale nella transizione ecologica, a causa della cronica carenza di impianti di sbocco nel trattamento della spazzatura e (di conseguenza) dall’estrema difficoltà con cui Ama pulisce la città. Impossibile non segnalare, infine, come la questione meridionale emerga nella sua drammatica attualità anche in questa classifica: città e regioni del Mezzogiorno si collocano in blocco alla fine della classifica, con performances leggermente migliori mostrate solo da Cagliari, Napoli e Bari. In questo caso, alla pessima fotografia dell’oggi si accompagna un warning su ciò che potrà accadere nei prossimi mesi sotto il profilo dell’utilizzo dei fondi del PNRR. Teoricamente sarebbero destinati in grande quantità proprio a rendere più sostenibili e digitali i sistemi territoriali, a partire dalle aree depresse del Sud. In pratica, mancano vere stazioni appaltanti e progetti di qualità.

[email protected] @FFDelzio