
Secondo le previsioni il numero degli over-65 toccherà il miliardo nel 2030
Roma, 31 maggio 2025 – Da qualche anno, si sa, il cosiddetto ‘inverno demografico’ è accompagnato – in Italia e, più in generale, in tutti i paesi occidentali – da un incremento graduale della longevità della popolazione. Grazie ai progressi della medicina e all’adozione di stili di vita più salutari, assistiamo quasi ovunque all’aumento dell’aspettativa di vita. Secondo gli studiosi, la popolazione mondiale entro il 2030 arriverà a 8,5 miliardi di persone, mentre il numero degli over-65 passerà dai 674 milioni del 2018 al miliardo nel 2030, vale a dire più di un over-65 ogni 10 abitanti. L’Italia ha una popolazione mediamente longeva (l’aspettativa di vita è di circa 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne) e una quota di over-65 già tra le più alte al mondo: nel 2040, tale quota balzerà a 19,2 milioni (34% del totale, dati Istat).
Come cambierà il tessuto sociale?
Il progressivo invecchiamento della popolazione comporta, già oggi, un’evoluzione dei comportamenti e dei bisogni, in relazione soprattutto alle esigenze sanitarie, assistenziali e di prevenzione. Per quanto riguarda i comportamenti e gli equilibri sociali, nel mondo del lavoro si assisterà, ad esempio, al superamento del paradigma delle tre fasi di vita – studio, lavoro, pensione – per passare a una sorta di ‘continuous learning’ (letteralmente, ‘formazione continua’). L’apprendimento continuo sarà importante perché ci si dovrà reinventare più volte nel corso della propria carriera professionale.
Il successo della ‘longevity economy’
Si fa sempre più rilevante il trend denominato ‘economia della longevità’, che indica quella domanda emergente di beni e servizi legati a bisogni sanitari, assistenziali, residenziali, culturali, ricreativi, viaggi e turismo, domotica, alimentazione e educazione. Un trend al quale alcuni grandi investitori guardano da tempo. Ad esempio, il magnate di Amazon, Jeff Bezos, sta finanziando Unity Biotechnology e Altos Labs, aziende che lavorano su soluzioni per prolungare la vita umana. Bill Gates ha investito nella “rivoluzione alimentare”, finanziando ‘Impossible Foods’, un’azienda che produce alternative vegane a carne e pesce. Infine, i creatori di Google, Sergey Brin e Larry Page, hanno fondato la startup Calico, impegnata nella lotta contro l’invecchiamento. Nel nostro Paese, a scommettere sul business della longevità è, fra gli altri, il fondatore di Technogym Nerio Alessandri che, nel 2022, attraverso il family office Wellness Holding, ha investito sulla rete di cliniche anti-age di lusso ‘The longevity suite’.
Un mercato in ascesa
Secondo Oxford Economics e Technopolis Group, entro il 2025 la longevity economy arriverà a valere, solo in Europa, 5.700 miliardi di euro. Se guardiamo, in particolare, al settore del turismo e dei viaggi ‘senior’, una recente stima della Commissione europea prevede che i viaggiatori over 65 in Europa nel 2030 saranno 140 milioni: un numero quasi triplicato rispetto al 2010. Il ‘Silver tourism’ nel Vecchio Continente passerà dai 204 miliardi di euro del 2010 ai circa 550 miliardi del 2030. Ma la ‘longevity economy’ interesserà molti altri settori, tra cui tempo libero, mobilità, real estate e infrastrutture, risparmio, assistenza sanitaria e domiciliare, sport e benessere, alimentazione, genomica e life sciences, salute digitale, intelligenza artificiale e robotica. Per questa ragione, gli investitori guardano con interesse sempre maggiore alle aziende quotate che operano già nel mercato della ‘longevity’. A proposito di investimenti, la ‘rivoluzione della longevità’ riguarderà anche l’area della pianificazione finanziaria, con i fondi pensione integrativi che assumeranno un ruolo sempre più centrale nell’accantonamento delle risorse da parte dei risparmiatori.