
Il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: "È un passo strategico verso un’economia più autonoma"
Se non la corsa all’oro, è partita certamente quella alle materie rare e critiche anche in Italia. La caccia è rivolta a individuare almeno 100 miniere di materie sempre più indispensabili per l’industria tecnologica, come litio, boro, grafite, rame, manganese, fluorite, barite, feldspato, antimonio, tungsteno, titanio, bismuto, arsenico, magnesio, terre rare e metalli del gruppo del platino.
A certificare l’avvio delle operazioni è l’approvazione del Programma nazionale di esplorazione mineraria da parte dei ministeri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, delle Imprese e del made in Italy e dell’Ispra. Il programma, la cui realizzazione è stata affidata dal Mase e dal Mimit al Servizio geologico d’Italia di Ispra, coinvolge 15 unità operative e oltre 400 specialisti, con un investimento di 3,5 milioni di euro dedicati alla prima fase di indagine sui depositi naturali.
Le zone sotto la lente: cosa si cerca
Le indagini saranno effettuate in territori dei quali già si conosce il potenziale. Nel Nord-Est, Lombardia e Trentino-Alto Adige si cercheranno fluorite e barite e terre rare localizzate nelle Alpi Meridionali. A Nord-Ovest, l’attenzione si concentrerà sull’area di Finero, in Piemonte, per i metalli del gruppo del platino (PGM), mentre nelle ofioliti liguri verranno esplorati giacimenti di rame e manganese.
Sempre in Piemonte e in Liguria si cercheranno depositi di grafite. Nel Centro Italia, in particolare in Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Marche e alcune aree del Piemonte, sarà analizzato il potenziale del litio. In Toscana saranno oggetto di studio anche i noti depositi di antimonio e magnesio delle Colline Metallifere, mentre nel Lazio le attività si focalizzeranno sulla fluorite.
Nel Sud Italia, la Campania sarà interessata da indagini sul litio, sui feldspati e su altri minerali industriali strategici per l’industria nazionale, mentre in Calabria verranno esaminati i significativi giacimenti di grafite della Sila. In Sardegna, storicamente la principale regione mineraria italiana, l’esplorazione minerali industriali come feldspati, zeoliti, bentoniti e caolino; mineralizzazioni a fluorite, barite e terre rare nel Centro-Sud dell’isola. E i più importanti depositi metalliferi. In particolare, si opererà nel distretto di Funtana Raminosa, dove verranno indagati tungsteno, terre rare, rame e altri solfuri, e nel settore sud-occidentale dell’isola, dove l’interesse è rivolto al rame e al molibdeno, associati a stagno, bismuto, arsenico e oro.
Perché la nuova corsa all’oro
Il perché della nuova corsa all’oro italiana è spiegato dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: "Le materie prime critiche sono fondamentali per il futuro industriale dell’Europa e per la sicurezza degli approvvigionamenti. Si tratta di un passo strategico verso un’economia più autonoma, resiliente e sostenibile". Il Programma "rappresenta un passaggio fondamentale per rilanciare il settore minerario italiano e contribuire concretamente alla sovranità industriale ed energetica del Paese", insiste, a sua volta, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.