Mercoledì 24 Aprile 2024

Il lavoro che cambia. In ufficio 4 giorni, la settimana corta è la nuova frontiera

Intesa Sanpaolo rompe il muro dell’orario e apre il dibattito. Un’ora in più quotidiana, dal lunedì al giovedì. Stessa busta paga

1.8170508

Roma, 12 ottobre 2022 - C’è già chi l’ha ribattezzata la "settimana Intesa Sanpaolo" ed è davvero probabile che la proposta del gruppo bancario ai propri dipendenti di una "settimana lavorativa corta" di 4 giorni, per 9 ore quotidiane, potrà fare da apripista e diventare un modello di riferimento non solo per gli altri gruppi bancari, ma per una miriade di imprese, principalmente nei servizi e nel terziario. Una rivoluzione nell’orario di lavoro che è anche una rivoluzione nella vita dei lavoratori e delle loro famiglie, come nella stessa organizzazione delle città. Un cambiamento che nasce e si accompagna alle altre due formule generate o moltiplicate dalla pandemia, lo smart working e il lavoro ibrido, e che oggi compongono il puzzle strutturale della nuova frontiera delle attività professionali.

Leggi anche: Microsoft e le ferie illimitate: che cosa sono e chi potrà usufruirne

L’orario 'liquido'

Il punto di partenza è che, come osserva Maurizio Del Conte, professore ordinario di Diritto del lavoro alla Bocconi, "la diffusione dello smart working in pandemia ha definitivamente incrinato il mito delle otto ore per cinque giorni alla settimana. Con la remotizzazione del lavoro su larga scala i vincoli di orario hanno perso importanza rispetto alla verifica dei risultati. Oggi è lo stesso concetto di orario di lavoro a essere messo in discussione, in quanto non più sufficiente a definire i termini e l’utilità della prestazione lavorativa".

Da qui la tendenza per le imprese, soprattutto quelle più strutturate, verso una progressiva riduzione degli orari di lavoro. È il caso della proposta di Intesa Sanpaolo, nella quale vengono compresse le ore nell’arco della settimana, con una limatura dell’orario complessivo, ma sempre a parità di salario. In realtà, spiega, a sua volta, Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, si tratta di una possibilità risalente al contratto del 1999, che viene riscoperta "grazie all’affermazione dello smart working nelle professioni amministrative e di back office come quelle bancarie e anche in ragione dei costi di gestione delle sedi fisiche causati dagli incrementi della spesa per l’energia". "Ma la vera sfida – insiste Del Conte – è la settimana a quattro giorni senza aumentare l’orario giornaliero e a parità di retribuzione. Non si tratta di lavorare meno, ma di lavorare meglio aumentando la produttività". Mentre va oltre Massagli: "Perché non immaginare che quell’ora e mezza alla settimana guadagnata possa diventare un’ora e mezza destinata all’incremento delle competenze del lavoratore perché sia più competitivo sul mercato del lavoro?".

I Paesi da apripista 

In realtà, l’Italia, con Intesa Sanpaolo, arriva oggi laddove molti Paesi sono già approdati negli ultimi anni. La settimana di quattro giorni è sperimentata da gennaio negli Emirati Arabi Uniti, dallo scorso febbraio in Belgio, ma prima è diventata realtà in Giappone, innanzitutto in Microsoft e Panasonic, interessando l’8-10 per cento delle aziende, con un aumento della produttività del 40%, una riduzione dei consumi di energia elettrica del 23%. In Islanda è dal 2015 che le ore lavorative sono passate da 40 a 35 senza tagli nella remunerazione: l’86% della popolazione oggi ha settimane più corte. In Svezia si lavora 6 ore al giorno; in Danimarca siamo a 33 ore medie settimanali di lavoro. In Portogallo il premier Antonio Costa ha annunciato il taglio a quattro giorni, mentre la Spagna ha stabilito le 32 ore di lavoro per tre anni senza ripercussioni sullo stipendio.

La soluzione 'ibrida'

La settimana corta, dunque, nasce e incrocia lo smart working, ma secondo gli addetti ai lavori il futuro passa attraverso soluzioni ibride, che si adattano alle differenti aziende e che si possono cambiare e modificare a seconda delle esigenze. E così possiamo identificare 5 punti di equilibrio, 5 configurazioni del modello di workplace, che ci permettono di capire quali possono essere gli step intermedi tra un lavoro 100% in presenza e un lavoro 100% da remoto: Mainly Physical (tutto in presenza o quasi), Activity Based (in parte in presenza, in parte in smart), Club House (prevalentemente da remoto, con riunioni in sede), Hub & Spoke (prevalentemente da remoto), e Fully Virtual (totalmente da remoto).

Lavoro: la settimana corta in ufficio è la nuova frontiera
Lavoro: la settimana corta in ufficio è la nuova frontiera