Servizi di qualità e più trasparenza «Così Mifid 2 cambierà in meglio il mondo del private banking»

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Achille Perego

MILANO

UN SETTORE che si incrementa più della media e che può diventare anche un motore dell’economia trasferendo i risparmi accumulati dalle famiglie alle imprese. «Il mercato del private banking – spiega Alessandro Varaldo, ad di Banca Aletti (Gruppo Banco Bpm) – cresce nel triennio 2017-2020, con un rallentamento rispetto al passato. L’incremento degli asset private sarà comunque superiore alla media del sistema e crescerà in misura maggiore su quasi tutte le componenti della gestione e intermediazione del risparmio. Si prevede una ricomposizione dei portafogli a favore di prodotti con un maggior contenuto di servizio (fondi e prodotti assicurativi) e lo sviluppo della consulenza evoluta».

Come è cambiato il private in questi anni?

«Abbiamo assistito a una vera e propria trasformazione del contesto di riferimento. Le masse servite da operatori specializzati sono passate dai 387 miliardi di fine 2007 agli attuali 800 circa. E’ cambiata la connotazione del servizio private: dalla logica dell’offerta di singoli prodotti al wealth management».

Che effetto avranno le nuove norme Mifid 2?

«Mifid 2 è destinata a cambiare in modo drastico l’approccio ai servizi offerti e ai relativi costi e, siamo certi, finirà per premiare gli operatori che già fanno dei contenuti del servizio e della trasparenza il vero vantaggio competitivo. Rispetto al passato sono cambiati soprattutto i clienti, sempre più informati ed esigenti».

Come può, e con quali strumenti, il private banking trasferire la ricchezza come motore dell’economia investendo per esempio nelle Pmi?

«Molti clienti sentono la responsabilità delle ricadute delle proprie scelte di investimento. Le modalità per convogliare quote crescenti di risparmio delle famiglie verso il finanziamento all’economia reale sono sempre più diversificate: Pir, Fia, Eltif, Private equity, Private debt, sono alcuni degli strumenti che consentono alla clientela private di investire in asset alternativi per finanziare le Pmi. Cresce anche l’interesse verso gli investimenti diretti, come i club deal».

Quali strumenti vengono maggiormente utilizzati nella costruzione dei portafogli dei clienti?

«Disponiamo di un’ampia offerta in architettura aperta che affianca alla gamma di gestioni patrimoniali della casa, i fondi di investimento di selezionati partner italiani ed esteri, l’advisory sui portafogli in titoli e i prodotti assicurativi delle partnership di bancassurance del gruppo Banco Bpm».

Che prospettive ci sono di performance per i clienti nel 2019 dopo un difficile 2018 per i mercati?

«Il rallentamento dell’economia reale e dei mercati finanziari del 2018 restano, ma sono destinati ad essere meno incisivi nel 2019. La solidità dell’economia mondiale dovrebbe tornare gradualmente al centro della scena. Supportati dalla consulenza professionale dei private banker, i portafogli dei nostri clienti stanno assistendo già oggi ad una graduale riduzione delle attività liquide con contestuale incremento della quota di prodotti di investimento».

Quali sono le strategie di crescita di Aletti nel 2019?

«Cerchiamo professionisti con una buona esperienza maturata sul mercato e, grazie ad un modello di consulenza avanzato e molto competitivo, siamo certi di poter attrarre nuovi e qualificati talenti ai quali possiamo offrire percorsi formativi specialistici».

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