Selenella ha fatto scuola. A carote e cipolle «Curiamo tutta la filiera, missione compiuta»

Parla Massimo Cristiani, presidente del Consorzio

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Un consorzio nato per fare sistema e sfruttare un patrimonio di conoscenze che affonda le radici nell’Ottocento. È questo il motivo per cui produttori, cooperative e commercianti di patate della provincia di Bologna si sono riuniti in Selenella: l’obiettivo, a partire dalla nascita nel 1990, è sempre stato quello di valorizzare la produzione pataticola del capoluogo emiliano-romagnolo.

La missione può dirsi compiuta, se si considera che il consorzio oggi annovera tra i soci la principale organizzazione di produttori in Italia (Agripat), due cooperative e sette commercianti privati. Ma, soprattutto, detiene la leadership di settore con una quota di mercato di oltre il 19% a valore nel comparto delle patate confezionate, aggregando 320 produttori dai quali arrivano circa 60mila tonnellate di patate annue. Eppure Selenella, che rappresenta l’intera filiera pataticola dalla produzione al commercio, non perde di vista le opportunità offerte dal mercato: il 2019 è stato l’anno del lancio di nuovi prodotti, la patata rosé, la carota e le cipolle. «La logica alla base di questa scelta – osserva il presidente Massimo Cristiani – è quella che ci anima da sempre: siamo convinti che per rispondere al meglio alle esigenze del consumatore si debba aver cura dell’intera filiera».

Cristiani, quale è stata la risposta dei consumatori alle novità del 2019?

«Abbiamo introdotto nuove referenze e allargato la gamma, i risultati sono soddisfacenti: in concomitanza con il lancio dei prodotti è stata avviata una campagna di comunicazione, ancora in atto, che è servita a far conoscere le novità e a rendere ancor più riconoscibile il marchio Selenella. Nei primi mesi abbiamo registrato una crescita costante. Siamo solo all’inizio, ma il trend fa ben sperare».

I frutti della vostra strategia si raccoglieranno soprattutto quest’anno?

«Dal 2020 ci aspettiamo per lo più conferme della validità delle nostre scelte. E stiamo dialogando in maniera sempre più proficua con la distribuzione moderna».

Obiettivi?

«La distribuzione in questi anni sta puntando molto sulla private label e a volte tende a vedere la marca come antagonista. Stiamo cercando di far capire che il consumatore ha determinate esigenze che noi siamo in grado di assecondare».

Quale è il tratto distintivo di Selenella?

«Noi ci mettiamo le mani, siamo un consorzio che aggrega anche i produttori, in modo da garantire una filiera corta dall’origine. Abbiamo certificazioni, disciplinari stingenti, autocontrolli che aumentano. Tutto questo è una garanzia a 360 gradi per il consumatore».

E come risponde il mercato?

«Ci dà ragione, proprio perché forniamo garanzie che sono inattaccabili».

Quindi Selenella punta a essere sempre più protagonista nella grande distribuzione?

«È il nostro obiettivo».

Garanzie al consumatore: è la leva più importante che ha un brand già leader per svilupparsi ulteriormente?

«Il concetto chiave è quello di sicurezza, a tutti i livelli. Per noi è la priorità. E mentre l’ortofrutta e il comparto delle patate non vivono certo il loro momento migliore, Selenella continua a crescere sia in termini di valori che di volumi».

Quale impatto avranno i nuovi prodotti nel vostro giro d’affari?

«I risultati ottenuti con le referenze classiche ci danno coraggio e ci spronano a tenere sempre alta l’asticella. Il modello utilizzato per le patate è applicato anche a cipolle e carote: c’è stata una notevole attività di ricerca varietale per ottenere prodotti che sono figli della nostra esperienza e del know-how maturato in tanti anni».

Nei vostri piani c’è anche l’approdo all’estero?

«Per ora no. Il mercato italiano è deficitario, la produzione interna non soddisfa la domanda complessiva e quindi c’è bisogno di importare. Noi riusciamo a coprire circa il 20 % del fabbisogno delle patate confezionate, ci sono margini per crescere ulteriormente a livello nazionale».

Continuerete a fare innovazione?

«Stiamo esplorando settori potenzialmente interessanti. Ma non verrà snaturato il modo di fare di Selenella. Prendiamo ad esempio la patata rosé, una varietà nata dalla ricerca italiana naturalmente ricca di luteina: è una novità, ma con le caratteristiche tipiche dei nostri prodotti».

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