Se la transizione passa dagli immobili

Se la transizione passa dagli immobili

Se la transizione passa dagli immobili

"Un treno che il nostro Paese non può permettersi di perdere". Usa proprio queste parole Agnese Pini, direttrice delle testate QN-Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Luce!, per sottolineare quanto sia importante, per il futuro, cogliere la sfida della transizione energetica. Tema, questo, del digital panel di Qn Economia trasmesso in diretta streaming, ieri, nel sito e sui canali social del Gruppo.

Dopo l’introduzione di Agnese Pini, il via il dialogo fra i tre relatori: Claudio Levorato, presidente del Gruppo Rekeep, Marco Mari, presidente di Green Building Council Italia, e Franco D’Amore, vicepresidente vicario di I-Com. A moderare l’incontro, Sandro Neri, responsabile di Qn Economia. È Levorato a richiamare la prima emergenza: il dispendio di energia generato dagli immobili della Pubblica amministrazione. "In azienda abbiamo affrontato la transizione energetica ben prima che diventasse una priorità nelle agende dei grandi della Terra", ha esordito. "Da anni sappiamo che garantire il raffrescamento in estate e il riscaldamento in inverno negli edifici pubblici comporta uno spreco di energia notevole. Intervenire al più presto significherebbe ridurre le emissioni e tagliare la spesa pubblica".

Della necessità di riqualificare il patrimonio immobiliare già esistente, anziché costruire nuovi edifici e consumare ulteriormente il suolo, ha parlato Mari. "Occorre rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico, minimizzando l’impatto ambientale e massimizzando salubrità e comfort degli interni", ha spiegato. "Gli obiettivi si raggiungono non solo attraverso le opere di efficientamento, ma anche con l’attento monitoraggio dei consumi. Non basta collocare un edificio in classe A: si deve puntare a una bolletta in classe A".

D’Amore cita lo studio dell’Agenzia internazionale dell’energia, da cui emerge che la riduzione delle emissioni al 2050 sarà realizzata per il 50% con tecnologie ancora in fase di sviluppo. "Ciò apre importanti prospettive di creazione di filiere inedite, foriere di ottime opportunità e nuovi posti di lavoro".

Maddalena De Franchis

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