Metano per auto, i distributori minacciano lo sciopero: i tre giorni a rischio

Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano chiedono al governo interventi mirati. "Ridurre l'Iva dal 22% al 5%"

Un distributore di gas metano (Ansa)

Un distributore di gas metano (Ansa)

Roma, 8 aprile 2022 - Pronto uno sciopero dei distributori di metano per auto, che vivono una situazione di crisi senza precedenti. Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano chiedono al governo interventi mirati per una diminuzione dei prezzi di vendita al pubblico del metano per autotrazione, avvertendo che "nel caso in cui nel prossimo provvedimento utile dovessero essere nuovamente ignorate le istanze presentate, il settore andrà in sciopero il 4, 5 e 6 maggio 2022".

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Le richieste. Nel corso di una conferenza stampa le associazioni hanno indicato "primo tra tutti una riduzione dell'Iva dal 22% al 5%, già accordata per gli usi civili e industriali, cui si aggiunge l'estensione del credito d'imposta per gli autotrasportatori anche al Cng". Le associazioni, che rappresentano i proprietari dei distributori di gas naturale per autotrazione, hanno chiesto "un sostegno alle istituzioni per contrastare l'impennata del prezzo del gas naturale, che da mesi si è abbattuta sul comparto e che si è acuita dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina". Nei momenti più difficili il prezzo del metano ha sfiorato anche i 5 euro al chilo.

La filiera del metano per autotrazione, hanno sottolineato, conta in Italia circa 20.000 addetti, oltre 1.500 punti vendita, 1.100.000 famiglie a basso-medio reddito, autotrasportatori e aziende di trasporto pubblico locale che hanno scelto il metano per la loro mobilità, oltre che un 30% di biometano già distribuito in rete per uso autotrazione. I provvedimenti richiesti, hanno concluso le associazioni, si rendono "indispensabili a fronte dell'impatto negativo che la crisi attuale sta avendo sul perseguimento degli obiettivi che il settore si è dato, relativi all'aumento del parco circolante a metano, a un ulteriore sviluppo della rete di stazioni di rifornimento, alla diffusione del self-service e al potenziamento delle infrastrutture per il metano liquefatto (lng) nell'Italia meridionale".

Davide Tabarelli, fondatore e presidente di Nomisma Energia: "Appare privo di giustificazione il pessimo trattamento avuto da questo segmento della mobilità delle persone, tutte tradizionalmente più sensibili ai costi e, allo stesso tempo, più attente all'impatto sull'ambiente. E' dal luglio del 2021 che il governo va in aiuto dei consumatori di energia, ma gli unici rimasti fuori sono quelli del settore metano auto, circa un milione di automobilisti che hanno visto i prezzi alla pompa salire del 120%, contro il più 30% della benzina". E continua: "L'Iva sul gas riscaldamento, lo stesso che va nelle macchine, è stata ridotta dal 22 al 5%, invece, quella sul gas per autotrazione è rimasta invariata al 22%. La riduzione delle tasse sulla benzina di 30 centesimi al litro ha aggravato la disparità a danno del metano auto. Il più che raddoppio dei prezzi alla pompa del gas auto ha originato un simile aumento delle entrate per lo Stato da Iva, da 200 a circa 400 milioni di euro su base annuale". Tabarelli conclude: "Si impone quanto meno una restituzione di una parte della tassazione attraverso una riduzione dell'Iva al 5% come accaduto per il gas riscaldamento per coerenza nelle politiche di tutela delle parti più colpite dalla crisi energetica''.