
Washington, 15 settembre 2023 – La deadline è scaduta. A mezzanotte negli Stati Uniti è scattato il maxi sciopero dell’automotive. Dopo la minaccia del sindacato United Auto Workers contro le tre big Ford, General Motors e Stellantis, adesso lo stop è realtà. Quasi 13mila operai incrociano le braccia per protestare contro il mancato accordo sui nuovi contratti di lavoro dei metalmeccanici, per cui si chiedono: aumenti di salario del 40% in quattro anni, un rafforzamento dei benefit e la cancellazione dei livelli retributivi che penalizzano i nuovi assunti. Il presidente americano Biden ha invitato entrambe le parti a trovare un’intesa per quello che, a conti fatti, sembra essere il più grande sciopero nella storia nel settore. Come avvisato dal sindacato Uaw ("Colpiremo tutti e tre i Big Three contemporaneamente”) lo stop riguarda gli stabilimenti di assemblaggio finale e verniciatura auto di General Motors a Wentzville, Missouri, la fabbrica Stellantis a Toledo, in Ohio, e lo stabilimento Ford a Wayne, in Michigan. La strategia dei sindacati infatti è il “targeted strike”, ossia il blocco delle attività in alcune delle fabbriche strategiche in modo da far bloccare la produzione. Un danno enorme all’economia delle aziende, se lo sciopero dovesse durare. Al momento è difficile fare una stima. La Uaw prevede un costo del maxi sciopero di circa 70 milioni di dollari - cifra che si è promessa di ripagare agli operai in mobilitazione. Nel frattempo proseguono i negoziati. Ford si è detta volenterosa di raggiungere un accordo con i sindacati, guidati da Uaw, e che che "premi i nostri dipendenti e protegga la capacità di Ford di investire nel futuro”.