Venerdì 19 Aprile 2024

Sblocco selettivo dei licenziamenti Aziende in crisi, 13 settimane di Cig

Compromesso tra Pd, Leu, M5S e Lega, Forza Italia e Italia Viva. Via i limiti per edilizia e manifattura

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di Claudia Marin

Nessun rinvio generalizzato del blocco dei licenziamenti: dal primo luglio prossimo per le imprese dell’industria manifatturiera e dell’edilizia torna la possibilità di licenziare. Ma, con un decreto legge ponte, il governo terrà fermo il divieto di mettere fine ai rapporti di lavoro fino al 31 ottobre per le aziende del tessile-abbigliamento, della pelletteria, del settore calzaturiero e della filiera della moda (che saranno identificate attraverso i codici Ateco) con la proroga contestuale della cassa integrazione gratuita per Covid. Non basta: saranno concesse altre 13 settimane di cassa integrazione straordinaria, ugualmente senza oneri, a tutte le aziende "appartenenti ai tavoli di crisi industriali attualmente aperti e no, che abbiano esaurito gli ammortizzatori" (come nel caso della Whirlpool).

È questa, insieme con lo stop per altri due mesi all’invio delle cartelle esattoriali, la decisione presa dalla cabina di regia riunita da Mario Draghi a Palazzo Chigi. L’obiettivo è disinnescare le tensioni sociali (che hanno visto ieri mattina, da ultimo, la dura contestazione a Genova del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al grido di "vergogna, vergogna" da parte degli operai ex Ilva), senza per questo procrastinare il ritorno a quella che il ministro Renato Brunetta definisce la "fisiologia del mercato del lavoro".

Pd, grillini e Leu hanno tentato di ottenere altri due mesi di proroga ampia, ma Lega, Forza Italia e Italia Viva hanno bloccato il blitz: alla fine si è arrivati a uno sblocco selettivo, che conferma l’impostazione del premier e che sarà al centro proprio degli incontri di Draghi con le parti sociali, a cominciare da oggi. I leader sindacali, però, torneranno a sollecitare un’estensione generalizzata del blocco e non è detto che non possa esservi qualche ulteriore allargamento, ma sempre all’insegna della selettività. La mediazione politica raggiunta nella maggioranza non permette soluzioni generalizzate. E lo stesso Enrico Letta parla di "buon compromesso".

Dal 1° luglio, dunque, le aziende di manifattura e costruzioni usciranno dalla cig Covid-19 e non avranno più divieti automatici di licenziare. Le imprese in difficoltà, però, potranno tornare ad accedere alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria, senza pagare i contributi addizionali. Solo per costoro, vale a dire per le realtà che utilizzeranno questa cig "scontata", si allungherà il divieto di licenziamento per tutta la durata in cui fruiranno della cassa integrazione.

Novità anche sul versante fiscale. Oltre alla proroga a fine agosto dell’invio delle cartelle esattoriali, ieri con un Dpcm il ministero dell’Economia ha rinviato il termine di versamento del saldo 2020 e del primo acconto 2021 ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva, per i contribuenti interessati dall’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità (ISA), compresi quelli aderenti al regime forfetario. Il termine di versamento in scadenza il 30 giugno sarà prorogato al 20 luglio senza maggiorazioni e al 20 agosto con il versamento dello 0,4% aggiuntivo.

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