Martedì 23 Aprile 2024

Salva-banca, scontro tra renziani e grillini

Cdm notturno per il decreto sulla Popolare di Bari. Il provvedimento costerà un miliardo. Asse Di Maio-Salvini contro Bankitalia

Il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri (ImagoE)

Il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri (ImagoE)

Roma, 16 dicembre 2019 - Via libera al decreto per il salvataggio della Popolare di Bari. Il discoverde arriva in tarda serata, in tempo utile per evitare inutili scossoni suimercati, con tanto di azione di responsabilità per gli ex vertici e,soprattutto, dopo due ore di discussione serrata fra i leader della maggioranza. Alla fine anche il leader dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, approva i tre articoli del provvedimento messi a punto dal ministero dell’Economia e che non cita mai la Popolare, ma parla solo di "interventi a sostegno del sistema creditizio del Mezzogiorno". In cambio, però, Di Maio ottiene che siano resi pubblici i nomi dei superdebitori e la relazione di Bankitalia sul crac della banca letta in Cdm dallo stesso Conte.

"Nessuna pietà per i banchieri e per gli amici degli amici", annuncia il ministro degli Esteri. Parole che lasciano filtrare anche le tensioni di un week end difficile nella maggioranza. Con l’ennesimo scontro al calor bianco fra pentastellati e renziani. Tanto che, al termine dell’ennesima giornata fitta di polemiche, rispunta l’asse gialloverde fra Di Maio e il leader della Lega, Matteo Salvini, che si muovono all’unisono contro Bankitalia e a tutela del risparmiatori.

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Il provvedimento d’urgenza varato ieri dal Consiglio dei ministri ricapitalizza fino a 900 milioni di euro Invitalia che, a sua volta, controlla Mediocredito Centrale-Banca del Mezzogiorno. Sarà questo il veicolo utilizzato dall’esecutivo per ricapitalizzare la Popolare pugliese, assicurare la continuità azienda e mettere al sicuro i risparmi di correntisti e obbligazionisti. In un secondo momento la Popolare potrebbe essere fusa in Mediocredito. Ma per questo servirà un altro decreto. Nell’operazione interverrà anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd). Obiettivo: arrivare alla costituzione di una Banca degli Investimenti. Il premier Conte fa sapere che questa volta non ci sarà nessuna concessione ai banchieri colpevoli del dissesto. Mentre il leader dei Pentastellati, Di Maio, non esita a replicare a muso duro contro i renziani che ne approfittano per togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo essere stati processati per i crac del credito e che ora bocciano l’idea di una Banca degli Investimenti.

"Non ci saranno casi come quello di Banca Etruria – incalza Di Maio – vogliamo vedere i verbali e conoscere i nomi dei colpevoli. Se lo Stato entrerà nel capitale, la banca deve essere nazionalizzata". La replica di Italia Viva arriva con Luigi Marattin non si fa attendere: "Solo demagogia". I pentastellati rilanciano anche sull’avvio della Commissione di inchiesta sulle banche. Trovando un alleato nella Lega, disposta perfino ad appoggiare il candidato pentastellato, l’ex segretario dell’Adusbef, Elio Lannutti. Nel mirino del ricostituito tandem Di Maio-Salvini non ci sono solo i renziani e Banca Etruria ma anche Via Nazionale e le sue attività di vigilanza. "Spero che ora il Parlamento approvi la riforma della Banca d’Italia, chi ha sbagliato deve pagare", tuona il numero uno del Carroccio. Che non esita a sparare contro Conte: "O è ignorante o è bugiardo".

Il salvataggio della Popolare di Bari era un passaggio obbligato per l’esecutivo, per evitare rischi all’intero sistema. Ieri, il sindaco di Bari Michele Emiliano, aveva paventato addirittura la prospettiva di un collasso dell’intera economia pugliese. Il decreto varato ieri prevede una dote fino a 900 milioni di euro da affidare a Invitalia, l’Agenzia per lo sviluppo del governo di proprietà, al 100%, del ministero dell’Economia, che sarà quindi ricapitalizzata. A sua volta, la società guidata da Domenico Arcuri, girerà una prima quota (probabilmente, 500 milioni) alla sua controllata, Mediocredito Centrale-Banca del Mezzogiorno, per entrare nel capitale dell’azienda pugliese, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Nei progetti dell’esecutivo, c’è la creazione di un nuovo polo bancario destinato al Mezzogiorno, quella che i Cinquestelle hanno sempre chiamato Banca degli Investimenti. E, nella compagine, potrebbero trovare posto altre popolari meridionali.  

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