Martedì 22 Aprile 2025
Achille Perego
Salone del risparmio

Sicure e redditizie. Più obbligazioni nei portafogli

IL 2025 SARÀ un anno ancora favorevole all’investimento obbligazionario. Ne sono convinti i principali gestori di case d’investimento, banche e...

IL 2025 SARÀ un anno ancora favorevole all’investimento obbligazionario. Ne sono convinti i principali gestori di case d’investimento, banche e...

IL 2025 SARÀ un anno ancora favorevole all’investimento obbligazionario. Ne sono convinti i principali gestori di case d’investimento, banche e...

IL 2025 SARÀ un anno ancora favorevole all’investimento obbligazionario. Ne sono convinti i principali gestori di case d’investimento, banche e Sim. "Con una solida crescita economica negli USA, rendimenti da interessi cedolari iniziali elevati e un’inflazione più sotto controllo – spiega Flavio Carpenzano, Investment Director Reddito Fisso di Capital Group – le obbligazioni dovrebbero fornire rendimenti complessivi positivi nel 2025. La domanda di titoli a reddito fisso dovrebbe rimanere estremamente elevata quest’anno, con le obbligazioni che potrebbero ancora una volta fungere da elementi di diversificazione nei portafogli generando al contempo rendimenti complessivi elevati".

Sarà un anno nel quale, però, bisognerà muoversi con prudenza anche sul fronte dei bond, sia governativi sia corporate delle società, perché lo scenario di un’ulteriore discesa dei tassi con la guerra dei dazi di Trump, il rischio di una ripresa dell’inflazione e le incognite geopolitiche che potrebbe frenare la crescita delle economie del mondo, non appare più così certo e comunque significativo come si pensava qualche mese fa. Tanto che in Europa i maxi piani di riarmo annunciati dalla Germania, insieme con i progetti di riarmo presentati da Bruxelles e in cerca di una convergenza tra i Ventisette, hanno spinto verso l’alto i tassi del bund tedesco fino a sfiorare con il titolo decennale il 3%. E le tensioni si sono estese ai titoli governativi di altri Paesi europei a cominciare dal Btp con il rendimento del decennale tornato attorno al 4%.

Il nuovo scenario che si è creato nel comparto obbligazionario europeo induce gli investitori a capire ancora meglio i meccanismi che regolano uno strumento come i bond che, come tutti i prodotti finanziari, vanno comunque maneggiati con cura. Sapendo che se i tassi salgono scende il valore capitale del titolo che si recupera se si tiene l’obbligazione fino alla scadenza ma si subiscono perdite se lo si vende oppure nel valore di fondi comuni o Etf che per natura conteggiano giornalmente il valore delle obbligazioni che hanno in portafoglio.

Il rendimento di un bond, come spiega la guida del Comitato Edufin per l’educazione finanziaria consultabile su www.consob.it, oltre che dall’interesse, è composto anche dal guadagno in conto capitale (capital gain), che si ha se il titolo è acquistato a un prezzo minore di quello a cui è rimborsato o venduto. Se, al contrario, il titolo viene rimborsato o venduto ad un prezzo minore di quello di acquisto, si ha una perdita in conto capitale. Inoltre il rendimento delle obbligazioni è ridotto, anche in maniera sensibile, dalle commissioni di negoziazione e dalla tassazione che vede un’aliquota ridotta per i titoli di Stato (12,5%) rispetto al 26% per gli altri prodotti finanziari.