GLI INVESTITORI sono "cercatori di diversità" nella composizione dei loro portafogli. Ora che le cose si stanno complicando e gli esercizi previsivi sono più inutili di sempre, gli investitori riconoscono i vantaggi della diversificazione. Tra le classi di attivo con le quali ampliare con efficacia la diversificazione ci sono anche le materie prime. La storia dell’umanità è sovrapponibile a quella della lotta per il controllo delle materie prime e delle risorse energetiche e gli eventi politici ed economici di cui siamo testimoni, spiega Carlo Benetti (nella foto a destra), Market Specialist di GAM "stanno sconvolgendo il mercato globale delle materie prime. Innanzitutto l’oro: l’incertezza radicale e gli acquisti delle banche centrali hanno portato sugli scudi il metallo giallo, si parla anche della possibile revisione contabile che il Tesoro americano potrebbe applicare alle proprie riserve auree.
L’attuale valore contabile di 42 dollari potrebbe essere aggiornato ai valori di mercato spingendo i prezzi ancora più in alto (a meno che il Tesoro non decida di venderne una parte). Non solo oro e argento, tutte le materie prime sono oggetti di produzione e, nello stesso tempo, soggette alla speculazione, agli investimenti, alle strategie di copertura del rischio. Il mercato delle materie prime spiega ancora il Market Specialist di GAM è dominato dalle aziende che producono o consumano direttamente le materie prime e dagli investitori, fondi comuni di investimento, banche, trader che negoziano i contratti ma non hanno intenzione di entrare in possesso del bene fisico.
L’influenza della finanza sulle materie prime non è senza conseguenze: le commodities sono diventate luogo di forti speculazioni, e quando i prezzi sono del tutto sganciati dai fondamentali dell’offerta e della domanda cresce la volatilità e il mercato si fa ancor più imprevedibile. Dagli anni Duemila quindi, conclude Benetti, le materie prime hanno cominciato a essere una asset class attraente anche per gli investitori non professionali. Alla luce anche del fatto che sono almeno tre i possibili vantaggi della diversificazione in materie prime: hanno rendimenti positivi nel lungo termine, presentano correlazioni basse con le azioni e le obbligazioni, offrono riparo dall’inflazione.
A. Pe.