Sabato 20 Aprile 2024

I salari degli italiani fermi da dieci anni. E le tasse sono al top

L'indagine Ocse sui Paesi Ue stima che in Italia il cuneo fiscale pesa su datori di lavoro e lavoratori per il 47,7%, 12 punti sopra la media europea

Uomini al lavoro nelle accaierie Ilva (Imagoeconomica)

Uomini al lavoro nelle accaierie Ilva (Imagoeconomica)

Roma, 27 aprile 2018 - Salari in stallo. E cuneo fiscale e contributivo che non accenna a calare. È doppio il fardello italiano che viene fuori dall’ultimo report Ocse ‘Tax Wages’ sul costo del lavoro in Europa e non solo. Risultato, le aziende di casa nostra pagano fior di retribuzioni lorde ma i lavoratori si devono accontentare di stipendi netti pari alla metà. Con l’ulteriore corollario che, nel duello con la Spagna, perdiamo anche su questo fronte. Dunque, se sulla base dei dati Eurostat, come ha spiegato in un recente contributo per www.neodemos.it la sociologa Chiara Saraceno, le retribuzioni dei lavoratori italiani sono rimaste di fatto al palo nell’ultimo decennio (al punto da non mettere al riparo dal rischio povertà), ieri è stata la volta dei numeri dell’Ocse sul cuneo a mettere a fuoco tutte le facce della medaglia. Il Rapporto Ocse, che stima la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e il reddito netto che finisce nelle buste paga dei dipendenti, indica che nel 2017 il cuneo fiscale pesava su lavoratori e datori di lavoro per il 47,7% in Italia con un calo irrisorio dello 0,09% rispetto all’anno precedente. Peggio di noi il Belgio (53,7%) e la Germania (poco sotto il 50%), ma la media Ocse è a quota 35,9%.

Quanto al confronto con la Spagna, guardando al costo del lavoro, in media quello per un lavoratore single italiano è pari a 56.980 dollari contro i 52.500 dollari per un lavoratore spagnolo. A fare la differenza è il peso delle imposte e dei contributi previdenziali a carico del lavoratore: l’Irpef è pari da noi al 16,5% del costo del lavoro e in Spagna all’11,3%, i contributi rispettivamente al 7,2% e al 4,9%. Se consideriamo un nucleo familiare di quattro persone con due figli e un unico percettore di reddito, il cuneo scende al 38,6%, contro la media dei Paesi membri dell’organizzazione del 26,1%. Il Paese più svantaggiato è in questo caso la Francia (39,4%), seguita da Belgio, Finlandia, Grecia e Svezia, tutte – come l’Italia – tra il 38% e il 39%. Se questi sono i numeri, immediato è risuonato l’allarme salari e tasse sul lavoro sia da parte dei sindacati sia dal fronte delle imprese. E, d’altra parte, è questo uno dei dossier più delicati e immediati che si troverà sul tavolo il futuro governo.

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