Vecchie multe, in manovra si allontana l'ipotesi rottamazione: la decisione ai Comuni

Saranno i sindaci a pronunciarsi sullo stralcio delle contravvenzioni anche in base alle rispettive esigenze di bilancio

Roma, 20 dicembre 2022 - Niente sconti sul divieto di sosta: le vecchie multe rimediate e non ancora saldate saranno da pagare, magari evitando le sanzioni aggiuntive relative al tempo trascorso, ma in ogni caso per gli automobilisti indisciplinati e disattenti si allontana l’ipotesi della rottamazione del debito maturato nei confronti dell’ente pubblico che ha effettuato la contestazione.

Approfondisci:

Multe non pagate: cosa succede e come fare ricorso. Guida punto per punto

Multe non pagate: cosa succede e come fare ricorso. Guida punto per punto

Nuove scadenze

È quanto emerge dal pacchetto di modifiche alla manovra del Governo, sulla quale peraltro la maggioranza continua a lavorare e dalle quali è emersa (anche) una nuova taratura dei tempi relativi allo stralcio delle cartelle connesse ai debiti erariali (contenuti entro il tetto massimo di mille euro e affidati agli agenti della riscossione fino al 31 dicembre 2015), che sono slittati dal 31 gennaio al 31 marzo 2023. La dilazione è stata pensata soprattutto in relazione alle multe, tema sul quale è stato stabilito che dovranno pronunciarsi i sindaci dei singoli Comuni, in base anche alle esigenze dei rispettivi bilanci.

Le cifre

In effetti la partita è importante e riguarda possibili mancati incassi fino a 350 milioni di euro. A conferma, nell’ultimo testo presentato, c’è riferimento al fatto che in relazione a questo genere di sanzioni l’annullamento parziale verrà applicato solo in relazione agli eventuali interessi dovuti. Ragione per cui, con buona pace degli automobilisti coinvolti, viene meno l’automatica eliminazione del debito maturato, spostando la palla sul campo delle amministrazioni comunali, che avranno tre mesi di tempo in più per stabilire come agire.

La decisione ai Comuni 

Il terreno si è dunque fatto accidentato, per più di una ragione. Innanzitutto c’è da considerare quale impatto potrebbe riversarsi sui conti dei Comuni l’eventuale decisione di azzerare i debiti in sospeso, perché è vero che si tratta di vecchie sanzioni comminate quasi una decina d’anni fa (è importante ricordare che la questione è valida soltanto per le notifiche giunte entro la fine del 2015), ma è altrettanto vero che per le pubbliche amministrazioni si tratta in ogni caso di crediti ancora esigibili.

Le ripercussioni sui conti pubblici 

Detto dell’aspetto tecnico contabile e delle annesse ripercussioni sui bilanci, si apre la partita morale. Anche in questo caso destinata quanto meno a far discutere. Partendo dal presupposto che i conti debbano comunque chiudersi a somma zero e aggiungendo il fatto che stiamo navigando in un periodo in cui le risorse a disposizione sono tutto tranne che abbondanti, resta da vedere come una comunità possa digerire il fatto che fondi che dovevano essere racimolati monetizzando le violazioni del codice della strada commesse da una parte dei cittadini, dovranno invece essere raccolti in maniera diversa, verosimilmente dividendo la quota sulle spalle di tutti. Segnali impossibili da ignorare, che potrebbero rappresentare una ulteriore spinta a voltare definitivamente le spalle al provvedimento inizialmente messo sul tavolo.