Come funziona la nuova rottamazione delle cartelle e lo stralcio

Stralcio dei debiti fino ai 1.000 euro per le cartelle notificate entro il 2015. Possibilità di rateizzazione fino ad un massimo di 18 rate

In arrivo la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Secondo quanto previsto nella bozza della manovra di bilancio, che potrebbe successivamente essere modificata, i  debiti fino a 1.000 euro precedenti il 2015 vengono automaticamente cancellati. Quelli superiori a 1.000 affidati all'agente di riscossione tra il 1 gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 si potranno rateizzare fino ad un massimo di 18 rate.  Ecco, in dettaglio, come funziona e cosa prevede la pace fiscale del governo Meloni.

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Stralciati i debiti fino a 1.000 euro e relativi al periodo 2000-2015

I debiti fino a 1.000 euro e notificati nel periodo tra il 2000 e il 2015 vengono stralciati automaticamente, senza necessità di fare domanda. Le cartelle esattoriali entro i 1.000 euro ma successive al 2015 potranno invece essere pagate senza maggiorazioni e interessi e con una rateizzazione fino a cinque anni.

Agenzia Entrate Riscossione
Agenzia Entrate Riscossione

La nuova rottamazione delle cartelle

Dal 1 gennaio 2023 per le cartelle superiori a 1.000 euro, che sono state notificate dal 2000 al 30 giugno 2022, c'è la possibilità di rateizzarle fino ad un massimo di 18 rate. Con l'adesione alla definizione agevolata 2023, il contribuente potrà pagare tutto entro il 31 luglio prossimo, in unica soluzione, oppure rateizzare entro un massimo di 18 rate. La prima e la seconda, di importo pari al 10% delle somme dovute, avranno scadenza 31 luglio e 30 novembre 2023. Le altre, di uguale importo, scadranno dal 2024 in poi il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre.

Sanzioni più basse, del 3 o 5%

Cambia l'importo delle sanzioni sui debiti con il fisco, che saranno più basse. Se il contribuente ha dichiarato i suoi redditi ma non ha pagato, la sanzione sarà del 3% e può saldare quanto dovuto in cinque anni. Se invece i redditi non sono stati dichiarati e non ha pagato, la sanzione è del 5% e al pagamento è su due anni. Nel caso di accertamento, l'importo contestato dal fisco deve essere pagato in cinque anni e con una multa del 5%. Il contribuente può attivare il meccanismo della compliace e quindi avviare un contraddittorio con il Fisco se ritiene che quelle imposte non siano dovute. In tutti e tre i casi - redditi dichiarati o non dichiarati, accertamento - sono annullati in tutti e tre i casi gli oneri extra per la riscossione.