di Elena Comelli Dalla foresta di Sherwood alla giungla di Wall Street il passo non è breve. È partita sottotono, infatti, la matricola più attesa e discussa della Borsa americana: Robinhood, la piattaforma di trading a zero commissioni che conta su 17,7 milioni di utenti attivi e che ieri ha debuttato al Nasdaq con un tonfo del 10%. Robinhood ha dalla sua l’esercito di piccoli azionisti di Reddit che, specie nei mesi del lockdown, ha investito il mercato con una pioggia di operazioni imprevedibili su titoli come Amc o Game Stop, provocando una serie di rialzi da brivido e successivi capitomboli, finché i promotori del sito, per evitare la scure delle autorità di Borsa, non hanno limitato gli acquisti su 13 società ormai al di sotto di qualsiasi parametro di garanzia. In questo modo i due fondatori Vladimir Tenev e Baiju Bhatt – due promettenti matematici neo-laureati a Stanford – hanno subito l’ira di centinaia di migliaia di piccoli speculatori rimasti con il cerino in mano, ma hanno salvato il salvabile: sono stati multati per 70 milioni di dollari per infrazioni varie, ma hanno guadagnato la riconoscenza di alcuni Big del listino, affascinati dalle potenzialità del business. Quest’anno venti società alla settimana, in media, hanno effettuato un’Ipo raccogliendo a tutt’oggi la bellezza di 98 miliardi di dollari. In questa cornice, però, i promotori dell’Ipo di Robinhood hanno scelto la strada della prudenza: le azioni sono state collocate al minimo della forchetta, a 38 dollari, puntando a una valutazione di mercato di 32 miliardi di dollari, dagli 11 miliardi di un anno fa. Una cautela provvidenziale, visto lo scivolone del debutto, che riflette la diffidenza del mercato per un’operazione insolita, in cui il ruolo principale tocca ai clientiazionisti e non ai soliti professionisti. In materia esiste un precedente illustre: l’ingresso in Borsa ...
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