Rivalutazione straordinaria, pensioni più alte: chi ne ha diritto, quando e importi

L’Inps avvia l’operazione anti-caro prezzi: diventa operativo l’aumento del 2 per cento previsto dal decreto Aiuti-bis

L’Inps avvia l’operazione anti-caro prezzi per i pensionati, con il via libera alla rivalutazione anticipata e straordinaria dei trattamenti previdenziali con assegni lordi mensili non superiori a 2.692 euro. Una misura estesa anche agli invalidi civili e ai titolari di assegno sociale. Dunque, diventa operativo l’aumento del 2 per cento previsto dal decreto Aiuti-bis per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022: il che si tradurrà in incrementi mensili variabili tra i 10 e i 30 euro netti. 

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A chi spetta l’aumento 

Possono contare sulla rivalutazione straordinaria i pensionati con una pensione lorda a settembre che non superi i 2.692 euro mensili. L’aumento, pari al 2 per cento, riguarda il trimestre finale dell’anno, ma anche in quota parte la stessa 13esima mensilità (dicembre). Otterranno ugualmente l’aumento anche i destinatari di assegni sociali e pensioni sociali e gli invalidi civili. Mentre sono escluse l’indennità di accompagnamento, le indennità per i ciechi parziali o assoluti, l’indennità di frequenza (minori), l’indennità di comunicazione e l’indennità di talassemia. La rivalutazione straordinaria una tantum non si estende a prestazioni di anticipo del pensionamento:  come isopensione, assegno straordinario di solidarietà, Ape sociale, indennità mensile nel contratto di espansione e indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale. 

Ammontare dell’incremento

L’incremento sarà applicato secondo le regole previste per la ordinaria rivalutazione delle pensioni: dunque al 100% per i trattamenti fino a 4 volte il Trattamento minimo Inps (pari a 524,34 euro) al 90% sulla quota eccedente 4 volte il minimo, al 75% sulla quota eccedente 5 volte il minimo. In concreto l’aumento oscillerà tra i 10 euro netti mensili per chi ha un assegno fino a 524,34 euro e i 33 euro per chi arriva a 2.692 euro mensili.  

La rivalutazione per il 2023 

Entro qualche settimana arriverà anche il decreto del ministero del Lavoro che fisserà, sulla base degli indici Istat, la percentuale di rivalutazione degli assegni al costo della vita e, dunque, all’inflazione del 2022. E così dopo innumerevoli anni di bassa inflazione, dal prossimo anno la voce dell’adeguamento dei trattamenti all’innalzamento dei prezzi tornerà a essere una voce rilevante nel bilancio dello Stato.  Il meccanismo previsto è quello per fasce di reddito secondo scaglioni e percentuali di adeguamento che decrescono al salire degli importi degli assegni. 

Anticipo di ulteriori rivalutazioni 

Ma, sempre sulla scorta del decreto Aiuti-bis, da novembre prossimo i trattamenti previdenziali avranno anche sull’anticipo del conguaglio dello 0,2% al 1 novembre 2022 (anziché dal 1° gennaio 2023) perché l’inflazione definitiva nel 2021 è risultata pari a + 1,9% anziché dello 1,7% provvisoriamente applicato dall’Inps per il 2022.