
Risparmi
Roma, 30 maggio 2025 – E’ un’Italia con grandi differenze nella gestione economica, quella che viene fotografata da Fabi e Withub, su dati Istat. E si mostrano molto prudenti anche negli investimenti le famiglie italiane, se è vero che su una ricchezza complessiva di 2.211 miliardi di euro, solo 1.131 miliardi vengono utilizzati per accrescere il proprio patrimonio.
Lo studio Fabi-Withub
Bolzano, Milano e Piacenza sono le province più virtuose, stando allo studio elaborato su dati Istat aggiornati al 31 dicembre 2024 e forniti anche da Banca d’Italia. L’indagine è stata presentata durante un evento sulla Saving and Investments Union, promosso da Bruxelles per spingere le risorse finanziarie europee verso investimenti nell’economia reale più che in strumenti virtuali. Le città che accantonano di più sono Milano, Biella e Modena, mentre quelle con più investimenti sono Bolzano, poi ancora Milano e quindi Piacenza. Però solo 1.131 miliardi di euro dei 2.211 miliardi di euro disponibili, vengono davvero investititi. Di questi 1.131, 1.079 riguardano fondi o azioni. C’è comunque un dato positivo, che riguarda la crescita di circa il 40% di investimenti fatti con risorse che nel 2022 risultavano immobilizzati. Di questi investimenti complessivi, come detto, Bolzano ha la fetta più grossa, con una media di 29.692 euro a persona. Milano segue con 26.989 euro, poi al terzo posto Piacenza con 26.869 euro di media a persona. Fra le città più dedite agli investimenti, troviamo poi Sondrio con 24.834 euro e Isernia con 24.674. Male il Sud, che chiude la graduatoria con Siracusa, 10.711 euro, Trapani, 10.580 euro e infine con Crotone ferma a 9.322 euro. Sommando invece sia risparmi che investimenti, la classifica vede al primo posto il capoluogo meneghino con 71.671 euro, poi Biella con 61.711 euro e quindi Modena con 57.238 euro. Bene anche Piacenza con 56.362 euro, Genova con 55.037 euro e Cuneo con 54.558 euro. Male anche qui il Sud, che chiude la classifica con le città siciliane (Catania 16.895 euro, Trapani 15.698 euro, Siracusa con 15.659 euro, Ragusa con 15.576 euro). In fondo c’è ancora una volta Crotone con 12.964 euro.
La situazione nel resto d’Europa
I pochi investimenti sono comunque un problema non solo italiano, essendo molto presente come limite alla crescita economica anche nel resto d’Europa. Stando ai dati della Banca Centrale Europea, la Germania spicca per quasi 3.000 miliardi di depositi seguita da Francia (1.947) e Italia (1.275), e solo una minima parte viene investita e nemmeno tutta in Europa. Tutto ciò limita il Pil europeo, che se solo vedesse investita la metà dei risparmi complessivi, avrebbe una crescita non inferiore a 500 miliardi di euro annui. A tal proposito, dei 10mila miliardi di euro che in Europa vengono lasciati fermi sui conti correnti, con interessi quasi pari a 0, basterebbe intercettare una parte per migliorare anche i conti statali. In tal senso, da tempo si parla di Pir europei, cioè piani individuali di risparmio, già presenti in Italia dal 2017, che potrebbero essere modulati a livello europeo, e potrebbero rappresentare una nuova opportunità di investimento per i risparmiatori, allettati dalla detassazione di dividendi e plusvalenze, e da rendimenti in grado di arginare almeno in parte l’inflazione.