Martedì 23 Aprile 2024

Risiko complicato tra Unicredit e Mediobanca

La Borsa premia il settore sperando in nuove fusioni. BancoBpm e Bper vicine all’intesa, per Piazzetta Cuccia gli ostacoli sono molti

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di Elena Comelli

Il risiko bancario torna sotto i riflettori a Piazza Affari, dopo un report di Deutsche Bank che ha riportato alla ribalta i vari progetti di fusione tra le banche italiane. Per gli analisti tedeschi, Unicredit potrebbe considerare l’acquisizione di Mediobanca. E ieri la Borsa ne ha risentito: Banco Bpm ha chiuso con un +3,74%, Bper Banca ha segnato un +2,21%, UniCredit un +2,05% e Mediobanca un +1,71%. Il progetto non è nuovo e periodicamente esce qualche congettura, ma al momento, dicono le banche, non c’è alcuna trattativa sul tavolo. Sulla carta, le nozze con Piazzetta Cuccia sarebbero le più semplici e quasi le più redditizie per Unicredit: per creazione di valore sarebbero seconde solo a quelle con BancoBpm (3,07 miliardi contro 2,9 miliardi), che però sono molto più complesse da gestire dal punto di vista industriale. E soprattutto non ci sarebbe partita con Mps: l’asse Milano-Siena regalerebbe appena 320 milioni di valore extra. Per gli analisti, Unicredit potrebbe considerare un’offerta su Mediobanca da 11,4 euro per azione (25% cash e 75% carta), con un impatto sul capitale abbastanza gestibile e sinergie per 604 milioni.

Il ritorno in Mediobanca sarà senza dubbio il primo dossier sul tavolo del nuovo numero uno di Unicredit, Andrea Orcel. Ma per capire se la fusione tra Unicredit e Piazzetta Cuccia sia realizzabile bisogna chiedersi quanto possa piacere ad Alberto Nagel, ceo di Mediobanca. E anche quanto possa piacere a Leonardo Del Vecchio.

Quest’ultimo, socio anche di Generali (5%) e Unicredit (1,9%), ha oggi il 13,2% di Piazzetta Cuccia, che a sua volta è primo socio del Leone di Trieste. Le relazioni tra Nagel e Del Vecchio (nella foto), secondo alcuni, sarebbero ottime, ma non tutti concordano e questo è un punto centrale, viste le personalità in gioco. La posizione del patron di Luxottica su un eventuale matrimonio di Unicredit con Mps è già nota. In proposito Del Vecchio ha già fatto trapelare il suo giudizio negativo su questo matrimonio sponsorizzato dal governo, ma a suo avviso non strategico. Del Vecchio ha espresso anche la sua contrarietà sul sistema Mediobanca. Partendo da queste premesse, il ritorno di Unicredit in Mediobanca potrebbe diventare d’attualità. Ieri ha spezzato una lancia a favore delle fusioni anche il presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria.

"Nel tentativo di migliorare l’efficienza dei costi, le banche dovrebbero considerare i possibili benefici di aggregazioni. Abbiamo recentemente visto del movimento sotto questo profilo", ha detto Enria, intervenendo alla Morgan Stanley European Financials Conference e precisando che "l’approccio della Bce è di sostenere aggregazioni ben disegnate e ben realizzate", anche transfrontaliere. Mentre ora si guarda più a operazioni domestiche, Enria si aspetta che le banche passino alla diversificazione quando la ripresa sarà stabilizzata, "proiettandosi in consolidamenti oltre confine. Posso dire che non troveranno ostacoli da parte della Bce".

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