
Il presidente di Banco Bpm Massimo Tononi (a sinistra) e. l’ad Giuseppe Castagna
Sul risiko bancario che ha infiammato le ultime settimane si è ormai aperto un fronte giudiziario. Ieri sera si è appreso che la Procura di Milano sta indagando sull’acquisto di azioni Mps attraverso Banca Akros. L’indagine, secondo l’Ansa, dovrebbe verificare se esiste "un presunto concerto tra la Delfin dei Del Vecchio e il gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone" nell’acquisto delle azioni. Nell’inchiesta, affidata al Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, sono state effettuate acquisizioni documentali nella stessa Banca Akros, che appartiene al gruppo Bpm. L’esposto dal quale sarebbe partita l’indagine è stato attribuito a UniCredit che, però, smentisce. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo anche sulla base di una querela per diffamazione, presentata mesi fa da Mediobanca, rispetto ad alcuni articoli di stampa. L’istituto sarebbe stato tacciato falsamente in alcuni articoli, di ‘ostruzionismo’.
Intanto UniCredit segna un punto a suoi favore per l’Ops lanciata su Banco Bpm. Ieri il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di Banco Bpm di sospendere la delibera con cui la Consob, il 21 maggio scorso, ha ‘congelato’ per 30 giorni l’offerta di scambio di UniCredit su Piazza Meda. Dopo il stop tutt’ora in atto, l’offerta resterà aperta fino al 23 luglio.
Sempre sul fronte Mediobanca, ieri Generali ha fatto sapere di aver avviato il processo per esaminare l’offerta di Piazzetta Cuccia su Banca Generali. Il Leone di Trieste "esaminerà tutte le implicazioni commerciali, economiche e di valore" dell’Ops, offerta "che andrebbe a definire una partnership con un primario leader nel settore del Wealth Management". Tornando alla partita tra UniCredit e Banco Bpm, i giudici amministrativi del Tar del Lazio rilevano che "non è stata dimostrata l’esistenza di un pregiudizio grave e irreparabile" e sono quindi insussistenti i presupposti per l’accoglimento della domanda di Banco Bpm. La Consob aveva motivato la decisione di congelare per un mese l’offerta pubblica di scambio con il fatto che la "situazione di incertezza creatasi in relazione agli eventuali esiti" del confronto in corso tra Unicredit e il governo sulle prescrizioni del golden power non consentiva "ai destinatari" dell’offerta "di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta".
Prima del 23 luglio, però, ci sono altri due giudizi in arrivo: il 19 giugno è atteso quello dell’antitrust Ue, mentre il 9 luglio al Tar verrà discusso nel merito il ricorso, questa volta di UniCredit, contro le modalità di esercizio del golden power. Nessun commento da parte di UniCredit. Asciutta la reazione di Banco Bpm: "Prendiamo atto della decisione del Tar, anche se per noi non cambia il contesto. Siamo ormai abituati da 7 mesi a non avere chiarezza sui tempi e sulle reali intenzioni dell’offerente su questa operazione", dicono il presidente, Massimo Tononi, e dell’ad, Giuseppe Castagna in una dichiarazione congiunta. "È innegabile che si tratta di un’ops che ha una durata straordinaria (circa 8 mesi), contro una media delle ultime operazioni di 5 mesi. Inoltre, a causa della passivity rule, limita significativamente la nostra necessaria flessibilità strategica in un momento decisivo per il riassetto del settore del credito", lamentano i vertici del Banco.
Intanto da Gorizia, a margine del XXVI congresso dell’Acri, è arrivato a tutti gli attori in campo l’invito al dialogo da parte di Bruno Giordano, presidente di Cariverona, azionista di UniCredit con poco più dell’1%. Mentre Matteo Tiezzi il presidente della Fondazione Modena, altro socio, rileva che la banca "è solida" e che le operazioni straordinarie in corso sono "un bel di più ma se non dovessero andare in porto non crolla il mondo".