Riscatto laurea, sconti altissimi. Ma ecco a chi conviene

Vantaggi per chi è lontano dalla pensione di vecchiaia (67 anni). Molto utile per sfuttare i bonus di Quota 100 o opzione donna

Una manifestazione per pensioni e lavoro (Ansa)

Una manifestazione per pensioni e lavoro (Ansa)

Roma, 10 febbraio 2020 - La possibilità del riscatto agevolato e scontatissimo della laurea ampliata anche a coloro che si sono laureati prima del 1996 non significa che è sempre conveniente farlo. Si tratta di valutare caso per caso vantaggi e svantaggi. E, nello specifico, l’arbitraggio è tra il quanto, con il riscatto, si riesce a anticipare la pensione e il quanto costa l’operazione in termini di taglio dell’assegno per effetto dell’obbligo del calcolo interamente contributivo dell’importo del trattamento.

Il nuovo "orientamento innovativo da parte dell’Inps – spiegano dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro - sembra fornire una forma di esodo anticipato che, a fronte di un decremento sulla pensione (effetto del passaggio al calcolo contributivo della stessa), fornisce un metodo di incremento degli anni di contributi a basso costo in modo da avvicinare sia il traguardo della pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne fino al 2026 con la successiva finestra di 3 mesi), sia quella di Quota 100 (38 anni di contributi), ma anche la pensione per lavoratori precoci (41 anni di contributi), per lavoratori addetti a mansioni usuranti (almeno 35 anni di contributi), e soprattutto per chi sceglie opzione donna (35 anni di contribuzione)".

Sono questi i casi nei quali il riscatto agevolato può determinare un anticipo anche di 4-8 anni del pensionamento a fronte di una decurtazione della pensione. Non presenta vantaggi, invece, il riscatto per coloro che sono vicini alla pensione di vecchiaia a 67 anni, perché in questa ipotesi i contributi richiesti sono di 20 anni.

Di sicuro , il caso più eclatante di vantaggio riguarda l’opzione-donna, perché chi sceglie questa strada deve accettare il calcolo contributivo anche a prescindere dal riscatto. Basta un esempio specifico dei consulenti del lavoro. Se una lavoratrice dipendente, nata 1961, laureata nel 1984, avesse maturato nel 2019 31 anni di contributi, non avrebbe i contributi necessari per maturare il diritto entro il 2019 a opzione donna, dovendo aspettare la decorrenza della pensione di vecchiaia, previsionalmente dal gennaio 2029. Il riscatto di 4 anni del corso di studi però di raggiungere anche il requisito contributivo dell’opzione donna con una decorrenza della pensione ad aprile del 2020 e con un anticipo di oltre 8 anni rispetto alla decorrenza della pensione di vecchiaia. A fronte, però, di un taglio dell’assegno di circa il 18-20 per cento.

È altrettanto significativo valutare la differenza di costo tra il riscatto agevolato e quello ordinario quando si prende in considerazione l’opzione per il calcolo tutto contributivo dell’assegno. Con un reddito di circa 43.400 euro annui il riscatto ordinario della laurea pre ’95 (mantenendo il calcolo retributivo della pensione) costa 145.000 euro, da pagare integralmente prima di accedere a pensione, senza potere godere completamente della deducibilità fiscale. Con il riscatto agevolato (e il passaggio al meno vantaggioso metodo contributivo) si avrà un onere complessivo pari a circa 21.040 euro, integralmente deducibili dal reddito. Il risparmio, rispetto al riscatto ordinario, è di oltre 123.960 euro, consentendo ugualmente un fondamentale anticipo dell’accesso a pensione.